Ceramica Dolomite ancora chiusa, si riparte a fine gennaio

a riapertura della Ceramica Dolomite di Trichiana slitta oltre il 20 gennaio, alimentando le preoccupazioni dei sindacati e del Comune di Borgo Valbelluna

Paola Dall’anese
Lo stabilimento di Ceramica Dolomite
Lo stabilimento di Ceramica Dolomite

Rinviata la ripresa dell’attività dopo la chiusura natalizia per la Ceramica Dolomite di Trichiana a Borgo Valbelluna.

Dopo lo stop anticipato a metà dicembre della fabbrica che produce ceramica per ambienti sanitari, il rientro al lavoro era previsto per metà gennaio. Ma nei giorni scorsi alle Rsu è arrivata la comunicazione direttamente dalla società che il rientro è slittato di una settimana: quindi i dipendenti potranno tornare al lavoro dopo il 20 gennaio.

Un segnale che non viene interpretato positivamente dai sindacati che si dicono preoccupati per il futuro dello stabilimento.

Sindacati e azienda 

Ma resta la speranza di capire come stanno le cose e quali siano le strategie dell’azienda per uscire da questo empasse nell’incontro previsto al Ministero dell’industria e del Made in Italy giovedì 16 gennaio. «In quella occasione», dicono le sigle sindacali, «sentiremo direttamente dalla società che ha in carico la fabbrica di Trichiana quali sono le sue intenzioni, quale è il piano industriale di rilancio a cui sta lavorando. In quella sede si dovranno chiarire cioè molti punti che ancora oggi restano oscuri e incerti».

Quello che sperano i sindacati, ma prima di tutto i lavoratori della Ceramica Dolomite che sono passati dalla cassa integrazione straordinaria dovuta al passaggio di proprietà alla cassa ordinaria, è che la cordata di imprenditori veneti che si è assunta l’onere di rilanciare questo marchio continui nel suo intento garantendo così i 350 posti e il sostentamento ad altrettante famiglie del territorio bellunese.

Un chiarimento positivo se lo augura anche lo stesso sindaco di Borgo Valbelluna, Stefano Cesa che sarà presente a Roma al tavolo ministeriale.

«Mi attendo di avere in quella circostanza un quadro più preciso della situazione e di conoscere le prospettive della proprietà nel medio e lungo periodo. Conoscere cioè il piano industriale e i progetti commerciali di vendita dei prodotti».

Le paure del Comune 

Cesa conferma che l’amministrazione comunale mantiene da sempre contatti con la Regione ma anche con la proprietà stessa della Ceramica Dolomite per vigilare sull’andamento della fabbrica trichianese.

«Credo che gli investimenti fatti in questi due anni dalla società abbiano dimostrato che la sopravvivenza e il rilancio di questa fabbrica sta a cuore alla cordata di imprenditori. Purtroppo quando la proprietà è subentrata alla vecchia Ideal Standard ci sono state una serie di convergenze negative a livello commerciale ed economico che non si potevano prevedere.

E di fatto gli imprenditori veneti hanno dovuto far ripartire una azienda da zero, facendole acquistare uno spazio sui mercati che prima non aveva.

Un’impresa tutt’altro che semplice, ma sono convinto che questa cordata veneta, da quanto ha dimostrato finora, non intende tirarsi indietro dall’impegno preso. Finora infatti ha sempre evidenziato la volontà di continuare nel cammino intrapreso».

«E io sono convinto che ci sia ancora spazio per trovare una soluzione a questa vicenda», conclude il primo cittadino di Borgo Valbelluna non nascondendo però la sia preoccupazione. «Resta sicuramente il timore per questa vicenda e per il futuro della fabbrica e dei lavoratori e delle famiglie che da loro dipendono».

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