Certificato penale per chi opera coi bimbi
BELLUNO. Dal 6 aprile, chiunque svolga un’attività professionale o volontaria con minorenni dovrà presentare il certificato penale per verificare l’esistenza di condanne per reati sugli adolescenti. Una decisione che ha messo in fibrillazione il mondo dell’associazionismo sportivo e del volontariato.
La norma. Da domenica, dunque, con l’entrate in vigore del decreto legislativo n. 39 del 4 marzo 2014, che recepisce una direttiva europea (2001/93/Ue) relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile, scatta una sorta di rivoluzione nel mondo del volontariato e dell’associazionismo: Il decreto, all’articolo 2 (disposizione introdotta nel Dpr 313/2002 con l’articolo 25 bis), stabilisce che «chi intende impiegare a lavoro una persona per lo svolgimento di attività professionali o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con minori, deve chiedere il certificato penale del casellario giudiziale. In caso di mancato adempimento il datore di lavoro dovrà pagare una sanzione amministrativa che va da 10.000 a 15.000 euro».
A chi è indirizzato. La novità interessa tutte le attività a favore di minorenni (sport, attività parrocchiali, campi estivi e baby sitting), svolte anche da volontari e organizzate sia da soggetti profit che dal terzo settore (onlus e associazioni di volontariato e di promozione sociale, associazioni culturali, società sportive e dilettantistiche, Pro loco, ecc.), compresi i soggetti che percepiscono compensi quali indennità di trasferta ecc.
Il certificato. Il certificato penale deve essere richiesto all’ufficio del casellario della Procura della Repubblica, pagando 16 euro per la marca da bollo, oltre a una marca per diritti che va dai 3,54 (se il certificato è richiesto senza urgenza) ai 7,08 euro (se richiesto con urgenza). La validità è di sei mesi: servono, quindi, due certificati in un anno per un totale di circa 40 euro (info www.giustizia.it).
Associazioni in fibrillazione. La notizia, di cui pochissimi erano a conoscenza (se non qualcuno tramite il blog “Tutto sul no profit”), ha iniziato a girare tra le società sportive da un paio di giorni, creando una certa preoccupazione. Il problema è mettersi in regola nei tempi prescritti, cioè entro domenica, visto che ad oggi non sono previste proroghe. Cosa che molti auspicano, visti i tempi ormai ristretti che restano per mettersi in regola.
Il Coni ha emanato solo ieri un comunicato a tutti gli associati, rivelando che «sono in corso dei contatti con le istituzioni competenti, per un’eventuale emanazione di specifiche indicazioni sulle concrete modalità di applicazione dei soggetti destinatari».
«Come pubblica amministrazione, il certificato lo chiedevamo anche prima», spiega l’assessore comunale Valentina Tomasi, «ma non era obbligatorio per le educatrici e le assistenti sociali. Bene la norma, ma ci sono luoghi più pericolosi di Belluno dove tale controllo è preferibile». Lo stesso direttore dell’Ufficio scolastico Giorgio Corà confessa di non aver ancora capito se toccherà anche al personale della scuola mettersi in regola: «Noi al momento dell’assunzione presentiamo un’autocertificazione che può essere verificata». Perplessi gli avvocati: «Due sono le interpretazioni vigenti», precisa Daniele Tormen, consigliere dell’Ordine di Belluno. «Una più rigida, che vuole che la norma sia applicata a chiunque abbia a che fare con i minori, quindi anche ai nonni vigile; l’altra che parla solo di rapporti stabili di lavoro».
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