Cervo piomba sulla corriera, automobilisti esasperati

Il mezzo ieri alle 5.30 stava portando ad Agordo i lavoratori Luxottica.  Cassol (rsu): «Deve scapparci il morto perché si intervenga sulla Sr 203?»



«L’assessore regionale ai trasporti ci faccia sapere se dobbiamo aspettare che ci scappi il morto per avere un intervento sulla regionale 203». A dirlo è Dario Cassol, dipendente Luxottica che fa parte della Rsu-Commissione trasporti dell’azienda.

Ieri mattina alle 5.30, assieme a circa 80 lavoratori, era a bordo della corriera della Dolomitibus che a La Muda, in comune di La Valle, lungo la 203 è stata colpita da un cervo piombato improvvisamente dal versante a monte della strada.

Come tutti i giorni il pullman era partito da Feltre alle 4. 35 per essere ad Agordo entro le 6, ora in cui inizia il primo turno in fabbrica. «Un cervo», dicono da Dolomitibus, «è uscito all’improvviso e ha colpito il cristallo del mezzo, che è risultato fortemente danneggiato». Ciò, come risulta evidente dalle immagini (che mostrano anche il sangue dell’animale), ha impedito al mezzo di proseguire la sua corsa.

Tuttavia alle sue spalle sono sopraggiunte altre due corriere che convergono su quell’orario e che erano partite da Santa Giustina e da Belluno con la medesima destinazione. Così i lavoratori sono scesi dal mezzo incidentato, sono saliti sugli altri due e hanno potuto arrivare puntuali al lavoro. Un lieto fine, dunque, che tuttavia non può oscurare il rischio costante che corrono gli utenti della regionale 203 in particolare nelle ore buie.

Chi la percorre di notte può testimoniare per esempio il grande numero di esemplari di cervo presenti nei prati da una parte e dall’altra dei rettilinei di Candaten. Animali che, come conferma l’episodio di ieri mattina, assieme ai video, ai racconti e agli incidenti passati, spesso decidono di attraversare la strada mettendo a rischio l’incolumità delle persone. «Da parte nostra c’è, non dico un disagio, ma una forte preoccupazione», spiega il direttore di Dolomitibus, Pietro Da Rolt. «I cervi arrivano in strada in maniera repentina e non è facile vederli ed evitarli».

Preoccupazione che Dario Cassol esprime con toni più duri. «Io ero seduto sul primo posto oltre la scala al piano inferiore dell’autobus e stavo guardando in senso inverso alla direzione di marcia», racconta. «Mi è arrivata una scheggia del cristallo su un dito: ho messo un cerotto. Una signora ha subito un piccolo taglio alla mano: niente di grave. Ma se una di quelle schegge fosse arrivata nell’occhio dell’autista, sarebbe riuscito a tenere il mezzo con 80 persone a bordo?».

Domanda che oggi non ha risposta, ma che Cassol si augura arrivi fino a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale. «L’assessore regionale ai trasporti De Berti», dice Cassol, «ce lo deve dire se dobbiamo attendere il morto perché si faccia qualcosa lungo quella strada. Perché se al posto di una corriera ci fosse stata una macchina quelli dentro stamattina (ieri, ndr) sarebbero stati morti. Io ho paura a percorrere quella strada».

Cassol avanza una proposta. «I sensori che ci sono non fanno altro che accendere la luce lampeggiante sui cartelli stradali. Ma io non so cosa farmene. Se invece ci fosse un palo con installato un riflettore da stadio che si accende quando passa l’animale, allora le cose cambierebbero, perché illuminerebbe la zona e gli utenti potrebbero vedere i cervi ed evitarli». —



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