Cesa resta fiducioso sul destino dell’ex Acc: «La fabbrica funziona, assurdo chiuderla»

Il sindaco di Borgo Valbelluna confida nell’azione diplomatica del ministro D’Incà e dell’assessore regionale Donazzan 

«Sul futuro della Wanbao Acc resto fiducioso. Non voglio credere alla chiusura di uno stabilimento che funziona, con anni di storia alle spalle e le sue alte professionalità».

Il sindaco di Borgo Valbelluna, Stefano Cesa, guarda avanti. Sa che la situazione per lo stabilimento di Mel è delicata, ma confida ugualmente nel lavoro della diplomazia.

Sindaco, tra un mese conosceremo il destino dell’ex Acc. Cosa può accadere da qui al 24 ottobre?

«In un mese possono accadere tante cose, grazie anche all’azione diplomatica portata avanti da Governo e Regione. In questo tempo l’azienda potrà interrogarsi sulle prospettive che tale sito può realmente avere nel lungo e medio tempo e prendere la decisione che noi tutti ci auguriamo: andare avanti con gli investimenti».

Ma lei è convinto che la proprietà sia interessata a restare in Italia?

«Wanbao era venuto in Italia per realizzare la sua piattaforma europea, pensata per servire i produttori di elettrodomestici nell’ambito della refrigerazione. Dico ciò, perché Wanbao è una delle poche realtà orientali che possa permettersi un simile presidio. Purtroppo non basta solo la posizione baricentrica, per realizzare un progetto servono idee e investimenti e purtroppo qualcosa non ha funzionato a dovere».

C’è chi la pensa diversamente, ovvero che i cinesi fossero interessati soltanto ai clienti di Acc...

«Sinceramente non riesco a pensare a una cosa del genere. Loro volevano conquistare una buona fetta del mercato europeo e questa piattaforma era strategica. Probabilmente hanno commesso degli errori di valutazione, che non hanno consentito loro di ottenere i risultati sperati».

In molti, soprattutto tra i lavoratori, credono che la situazione sia compromessa.

«Capisco chi la pensa così, visto che arriviamo da 15 anni, se non di più, costellati di crisi aziendali che periodicamente scuotono i lavoratori. Ricordo i primi anni del mio mandato e le battaglie legate alle richieste, da parte dell’azienda, per una maggiore flessibilità e per l’aumento dei turni. Obiettivo: produrre un maggior numero di compressori. Ora si è passati alla lotta per il mantenimento del lavoro. Non so se oggi la situazione sia peggiore rispetto a cinque anni fa, quando il rischio di chiusura era elevatissimo, posso dire che, stando ai numeri, il settore del freddo gode di buona salute a livello europeo. Capisco la preoccupazione di chi rischia di restare senza lavoro, ma le possibilità di trovare il bandolo della matassa ci sono».

Abbiamo visto come sia difficile ricollocare i lavoratori che restano senza lavoro. In caso di chiusura, con altri 285 lavoratori a spasso, per la Sinistra Piave si potrebbe parlare di vera e propria emergenza.

«Sarebbe un dramma per tutta la provincia. Parliamo di 300 persone che si ritroverebbero senza lavoro, trecento famiglie in grave difficoltà. E a questo bisognerebbe aggiungere tutto l’indotto che ruota attorno a questa azienda».

Chiudere l’Acc significherebbe perdere un altro elemento forte del settore manifatturiero bellunese...

«Eh sì, per questo dico che è un peccato non essere riusciti in passato a riunire attorno al tavolo tutte le aziende bellunesi del settore del freddo. C’era la possibilità di creare, dall’Alpago al Feltrino, una sorta di distretto che avrebbe permesso alle aziende di operare in sinergia, mettendo insieme competenze e professionalità, laboratori e strumentazioni».

Si parlava dell’importante azione diplomatica di Governo e Regione...

«Bisogna dare merito a chi si sta impegnando per salvare il salvabile. Mi riferisco all’assessore regionale Elena Donazzan, da sempre al nostro fianco, e al ministro Federico D’Incà, che ha preso in mano la questione personalmente, con una serie di azioni di alta diplomazia. E non dimenticherei anche gli altri attori che si muovono nell’ombra. È grazie a tutti loro che possiamo ancora sperare in un futuro per lo stabilimento della Wanbao Acc». —

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