Cesio, Centro diurno finito ma gli ospiti scarseggiano

CESIOMAGGIORE. In quattro anni, le carte sulla tavola degli ammortizzatori sociali, sono cambiate. Sono quattro anni che a Cesio si pensa al centro diurno. Adesso la struttura è pronta e anche arredata, grazie a un'ultima donazione privata. Quelli che mancano sono gli utenti. Perché quelli già interessati all'inserimento (tre) nel frattempo sono morti e altri che potrebbero beneficiare del servizio diurno, sono diventati congiunti di disoccupati o inoccupati. E qui, come altrove, spesso la pensione dell'anziano con l'accompagnatoria, serve a sostenere una famiglia.
Di questo si è ragionato nel corso di un incontro fra i vertici della municipalizzata feltrina (che ha in capo le case di riposo di Cesio e Lentiai) e gli amministratori cesiolini, primo fra tutti l'assessore alle politiche sociali Silvano Marchet. I posti al centro diurno finito ma chiuso, in attesa di clienti, sono dieci. Ma come si è sottolineato all'incontro, se non si copre almeno la metà dei posti disponibili, stornare risorse assistenziali e infermieristiche dalla vicina casa di riposo e sostenere le spese di luce, gas e acqua per due o tre persone, diventa uno spreco.
E poi c'è il discorso della retta: se i posti sono tutti coperti, la retta è calmierata, cioè ammortizzata. Se a usufruire di un servizio sono pochi, è pacifico che quei pochi paghino di più. Senza cofinanziamento della quota sanitaria da parte della Regione, che dimezzerebbe la retta a carico dell'assistito, la stima è quella di arrivare a 35 euro per la giornata piena, con entrambi i pasti. «Siamo purtroppo in stand by», ammette l'assessore al sociale Silvano Marchet. «In questo ultimo periodo si prende atto delle difficoltà a sbarcare il lunario in tante famiglie e se c'è la presenza di un anziano, ancorché in condizioni di non autosufficienza, questo viene accudito in casa, fino a quando non subentra il ricovero in una casa di riposo. Come Comune, in collaborazione con le assistenti sociali, stiamo producendo un'indagine conoscitiva sui bisogni degli anziani sul territorio, così come ci è stato chiesto dall'azienda. Il centro diurno prevede soluzioni flessibili, che vanno dalla mattina con il pasto o dal pomeriggio con la cena. Per il trasporto, cioè per andare a prendere e riaccompagnare gli anziani, saremmo a posto grazie alla convenzione con le associazioni di volontariato. Ma non possiamo non fare i conti con i profondi e drammatici cambiamenti nella società delle famiglie che sempre più spesso scelgono di convivere con il congiunto non autosufficiente e di accudirlo a domicilio».
Laura Milano
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