Cetera dovrà risarcire 70 mila euro all’Usl 1

La condanna arriva dalla Corte dei Conti per visite eseguite dal 2003 al 2011 dall’ex primario in regime extra istituzionale senza autorizzazione
Il primario Carlo Cetera
Il primario Carlo Cetera

PIEVE DI CADORE. Una nuova condanna nei confronti dell’ex primario della Ginecologia e del Centro di fecondazione assistita di Pieve di Cadore, Carlo Cetera. Arriva dalla Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per il Veneto. Il medico, infatti, dovrà risarcire 70.177,78 euro all’Usl 1 per il danno patrimoniale erariale causato per aver eseguito delle visite in regime extra istituzionale senza l’autorizzazione dell’azienda sanitaria. Ai 70 mila euro, Cetera dovrà aggiungere il pagamento degli interessi legali e la rivalutazione monetaria a decorrere dal primo giugno 2011, oltre alle spese di giudizio pari a 554,03 euro.

La vicenda nasce dalla segnalazione trasmessa dall’Usl 1 di Belluno alla Procura Regionale nel marzo 2013, in cui veniva evidenziato come, «nell’ambito degli atti contenuti in un altro procedimento aperto a carico del dottor Cetera», fossero state rinvenute 12 fatture relative ad attività professionale retribuita ed extra istituzionale (cioè fuori dall’ospedale) resa dal professionista, nell’arco temporale compreso tra il 26 novembre 2003 e il 17 maggio 2011 (ad esclusione del periodo dall’1 gennaio 2006 al 31 dicembre 2006, durante il quale il medico ha esercitato l’attività ospedaliera ma in regime non esclusivo). L’azienda sanitaria ha riferito alla Procura, inoltre, che l’attività era stata svolta su richiesta della ditta Sismer srl di Bologna (Centro di fecondazione assistita a cui il Pma di Pieve di Cadore si appoggiava) a fronte di un compenso che andava da un minimo di 1.118 euro a un massimo di 12.500 euro. Il problema sta tutto nel fatto che l’ex primario, per poter svolgere queste attività libero professionali fuori dall’ambito ospedaliero, avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione all’azienda sanitaria per la quale lavorava, cosa che invece non fece mai.

La Procura regionale ha quindi notificato l’atto di citazione nel gennaio 2014 al medico e al suo legale, l’avvocato Massimo Moretti. Quest’ultimo, in udienza, avrebbe chiesto la sospensione del processo in attesa dell’esito del procedimento pendente al tribunale di Belluno, eccependo anche la prescrizione del diritto al risarcimento del danno almeno per quanto riguardava le fatture precedenti al maggio 2008. La Corte dei Conti, però, ha rigettato le eccezioni, riconoscendo la responsabilità amministrativa di Cetera «per prestazioni di fatto rese illegittimamente» ed evidenziando, altresì, che questi «episodi reiterati» erano tenuti dal medico «senza avvertire alcun disagio», anzi, che «il silente ed inerte comportamento del medico, si rivela ancor più disdicevole in considerazione del suo ruolo delicato ed apicale di allora».

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