Cetera, via al processo negato il patteggiamento
PIEVE DI CADORE. Quasi quattro ore di testimonianza in due, a porte chiuse, ma senza alcuna indulgenza da parte degli avvocati della difesa. Si è aperto ieri il dibattimento del processo che vede, come imputato principale, il ginecologo Carlo Cetera accusato di tentata concussione, concussione, interruzione di pubblico servizio e corruzione per aver chiesto e nella maggior parte dei casi ottenuto soldi dalle coppie che si rivolgevano a lui per praticare la fecondazione assistita. Insieme a Cetera sono a giudizio anche la società Sismer e Luca Gianaroli, ex presidente, accusato di corruzione, mentre in capo a Sismer sussisterebbero la responsabilità civile e quella amministrativa per non aver impedito al proprio dirigente di commettere un reato.
Nella prima vera udienza del processo, gli avvocati e il pubblico ministero Katijuscia D’Orlando si sono dati battaglia fin nei dettagli. La decisione più rilevante del collegio, ora formato dai giudici Antonella Coniglio, Cristina Cittolin e Vincenzo Sgubbi, riguarda la nuova richiesta di patteggiamento avanzata ieri dai legali di Cetera, con l’opposizione del pm e delle parti civili (l’Usl 1 e la donna che ha sporto denuncia). La corte ha negato il patteggiamento, come già aveva fatto il gup in udienza preliminare.
La corte ha deciso anche di acquisire agli atti del processo il filmato (atto irripetibile) girato di nascosto il 6 novembre 2011 dalla Guardia di finanza al bar della stazione di San Donà, dove Cetera si fece consegnare soldi da una paziente.
Servirà più tempo, inoltre, per la trascrizione delle intercettazioni. Il pm, rilevando discrepanze con i brogliacci di pg, ha chiesto integrazioni, scatenando le difese, ma i 30 giorni aggiuntivi per il lavoro del perito ci saranno. Chiusa la battaglia “formale” il collegio ha ascoltato le prime due testimoni: una delle 47 parti offese e la donna che si è anche costituita parte civile, dopo aver denunciato il ginecologo. Su richiesta del pm l’udienza si è tenuta a porte chiuse, ma qualcosa emerge.
Il primo impatto con le coppie con problemi di sterilità era subito finalizzato a capire dove si poteva pescare. La segretaria, infatti, chiedeva il reddito della famiglia e, di fronte allo sguardo perplesso delle coppie, insisteva: «insomma, con quale macchina siete arrivati fin quassù?». Il resto lo faceva il ginecologo che preferiva avanzare la sua richiesta di denaro dopo il primo incontro, cioè quando la donna si presentava da sola.
Alla base di tutte le storie che i giudici ascolteranno c’è uno dei problemi che causano maggiore sofferenza alle coppie: l’infertilità o la difficoltà di avere figli, ma la donna ascoltata ieri ha dovuto affrontare eventi davvero drammatici. A questi si è aggiunto Cetera che, notando quanto quella paziente fosse forte e intelligente, decise di piegarla annunciandole, durante una visita, di averle trovato un polipo. L’ex responsabile del centro di procreazione assistita fissò anche la data dell’intervento chirurgico per quel polipo, che non è mai esistito. Il giorno in cui Cetera chiese alla donna dei soldi (si va dai 2 mila euro in su a coppia), lo fece in maniera talmente violenta da farla svenire.
Si torna in aula il 14 ottobre, il 18 novembre e il 16 dicembre.
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