Cgil, Cisl e Uil scendono in piazza contro la manovra
BELLUNO. Cgil, Cisl e Uil unite per dire «no» alla manovra Monti che rischia di colpire pesantemente proprio la provincia di Belluno in particolar modo, che già sta soffrendo più di altre della crisi congiunturale attuale. Le tre sigle sindacali hanno indetto infatti tre ore di sciopero generale per la giornata di lunedì prossimo quando, a partire dalle 15.30 manifesteranno in piazza Duomo.
Dopo tante divisioni, ci voleva il decreto salva Italia per rimettere insieme i tre sindacati. Ma i motivi ci sono. Eccome, come fanno presente Anna Orsini segretaria provinciale della Cisl, Renato Bressan, segretario della Cgil e Paolo Da Lan, della Uilm.
«Vogliamo rendere visibile la gravità del provvedimento Monti che va a colpire le fasce più deboli. La manifestazione del 12 dicembre ha lo scopo di fare in modo che si apportino dei correttivi per alleggerire il peso sulle fasce deboli», dichiara Orsini che ribadisce l’appoggio della Cisl «ad una manovra necessaria per salvare il Paese, ma concertate con le parti sociali. Ci aspettavamo provvedimenti per la crescita e lo sviluppo, ma non vediamo alcuna svolta che ci faccia pensare che possano portarci fuori dalla crisi strutturale. Siamo pronti ai sacrifici, ma serve equità».
«Ci stanno togliendo l’energia per andare avanti e tagliare così significa programmare la nostra povertà», sostiene Da Lan che sulla questione della concertazione sottolinea come «una vera cavolata è stata quella di introdurre in costituzione il pareggio di bilancio che impedisce qualsiasi investimento oltre ad aver preteso di governare i processi evolutivi senza concertare con le parti sociali». E Da Lan lancia un altro allarme: «La gente deve capire che dopo questa manovra, ne arriveranno altre, che potrebbero portare a sovvertire l’espressione popolare andando a privatizzare acqua, beni comuni, fino ad arrivare al ripristino del nucleare. Ci siamo occupati per 15 anni del conflitto di interessi, ma questo governo non scherza, soprattutto con le banche».
Parla di «manovra recidiva anticiclica e di una alluvione finanziaria che necessita di un intervento di emergenza, ma senza comprimere gli spazi di democrazia», il segretario della Cgil che aggiunge: «Si deprimono sia i ceti medio-bassi da cui si prelevano ben 27 dei 30 miliardi, sia il mercato interno su cui si basa la maggior parte della nostra economia».
Manovra che si riverserà con forza sull’economia bellunese. «Siamo preoccupati perché la manovra renderà ancora più seria la prospettiva di alcune aziende già in sofferenza per cui la mobilità che prima poteva risolvere i problemi, ora non servirà visto l’innalzamento dell’età pensionabile», sottolinea Orsini a cui fa eco Bressan snocciolando i dati allarmanti di una disoccupazione provinciale che supera il 12% comprendendo disoccupati, inoccupati e sospesi. «E non potremo nemmeno pretendere che intervengano gli enti locali che devono fare i conti con un ulteriore taglio ai trasferimenti di 5 miliardi».
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