«Che emozione: siamo davvero docenti di ruolo»

BELLUNO. Emozionati. È stato un primo giorno di scuola molto particolare quello di Fabrizio Pra Mio e di Luigi Franzot, entrambi docenti di educazione fisica, l’uno alle medie e l’altro alle...

BELLUNO. Emozionati. È stato un primo giorno di scuola molto particolare quello di Fabrizio Pra Mio e di Luigi Franzot, entrambi docenti di educazione fisica, l’uno alle medie e l’altro alle superiori, Per loro, infatti, ieri, è stato il primo giorno da insegnanti di ruolo, dopo oltre 20 anni di precariato.

L’ormai noto Pra Mio ha scelto di svestire i panni dell’attore trasformista e di assumere un’aria “abbastanza” seria per il suo primo giorno, che l’ha visto all’opera con gli studenti dell’istituto comprensivo di San Vito. «Ero emozionato», dice, «ho nove classi tra San Vito e Cortina tutte nuove, tutti studenti da conoscere, malgrado in queste scuole abbia già insegnato negli anni in cui ero precario. Ho rivisto colleghi, ho ricevuto i complimenti per il mio incarico arrivato dopo 28 anni di chiamate annuali. Ho fatto un conto», confessa Pra Mio. «Se avrò fortuna di arrivare in pensione, il mio ruolo durerà la metà degli anni di precariato».

Stessa emozione anche per Luigi Franzot, amico di Pra Mio (ma i precari sono tutti amici tra loro, tutti accomunati da anni di speranze e di sacrifici). Per lui, dopo 27 anni di contratti a tempo determinato, alla fine di agosto è arrivato il ruolo alle superiori.

«Sono rimasto stupito», racconta mentre sta scendendo da San Vito, al termine della sua prima lezione, «quando ho ricevuto una busta indirizzata al sottoscritto, contenente il saluto da parte dell’Ufficio scolastico provinciale, gli auguri di buon lavoro e i complimenti per l’entrata in ruolo. Quando l’ho visto pensavo che mi comunicassero che avevo sbagliato qualche carta».

Franzot insegnerà al liceo classico di San Vito e all’artistico di Cortina. «Sono posti dove ho già lavorato negli anni, il personale docente mi conosce». Ma ammette che la giornata di ieri è stata davvero speciale. «Non ero particolarmente emozionato: in fondo questo lavoro lo faccio da 27 anni. Ma lo spirito con cui sono entrato in palestra oggi, (ieri per chi legge, ndr) era diverso da sempre: mi sentivo più rilassato. Il pensiero che il prossimo anno non dovrò più fare la coda all’Ust per avere una cattedra, mi rende meno pesante persino la strada per Cortina: un’ora e mezza per andare e un’ora e mezza per tornare. Con sveglia alle 6».

Giro “turistico” in Comelico, invece, per Paolo Fratte, dirigente scolastico dell’istituto Renier di Belluno e del Comprensivo di Santo Stefano, Sappada e San Pietro. «Dopo aver salutato gli studenti del Renier, ieri mattina, sono partito a razzo per il Comelico, dove sono riuscito a portare il mio in bocca al lupo a tutti i ragazzi. È stata dura, perché a san Pietro sono arrivato proprio mentre gli alunni uscivano, ma ce l’ho fatta. L’importante è esserci». (p.d.a.)

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