Chi resta disoccupato a 50 anni, perde dignità

È uno dei temi del libro di Campetti “Non ho l’età” che contiene anche una testimonianza feltrina

BELLUNO. Cosa vuol dire perdere il lavoro a 50 anni? Perdere la dignità, risponderebbero in coro i nove intervistati da Loris Campetti, scrittore, ex giornalista della Stampa, che domani presenterà il suo nuovo libro intitolato “Non ho l’età”. Si tratta di un viaggio tra chi ha perso il lavoro e si trova a 50 anni a dover riprendere in mano la propria vita, con prospettive molto ristrette di trovare un impiego.

Un viaggio tra sofferenze, depressioni e soprattutto perdita di dignità, perché, come dice anche Edith, 54 anni, la rappresentante feltrina di questo libro, «oggi senza lavoro e senza relazioni, viene colpita la mia dignità, anche in casa mi sento una donna diversa da prima».

«Quando a 50 anni perdi il lavoro diventi un invisibile», commenta Marilena Sartor, delegata della Fiom Cgil ( categoria che organizza l’evento insieme con Anpi La Spasema e la Casa dei Beni comuni).

La presentazione del libro si svolgerà domani all’ex caserma Piave a Belluno a partire dalle 18.30. «Il problema riguarda anche gli over 40enni», prosegue Sartor, «si tratta di persone precarie che vanno da un lavoro all’altro e che non possono andare in pensione perché sono troppo giovani. E qui sarebbe importante far capire al governo che la riforma delle pensioni va modificata, altrimenti ci troveremo molto presto in una situazione di disagio sociale».

Il problema è che le aziende cercano personale giovane, flessibile, che costi di meno, ma che si ammala anche di meno, «non dovendo fare i conti con l’usura del tempo ma anche del lavoro», conclude la sindacalista.

«Oggi dobbiamo mettere in campo una sorta di resistenza», precisa Fabio Talamini, della Spasema Anpi. «Oggi come allora dobbiamo resistere a chi ci vuole togliere la dignità». Sì, perché tutto è incentrato su questo, sull’articolo 4 della Costituzione, che precisa che il lavoro è “un diritto” e che «ogni cittadino ha il dovere di svolgere un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società». (p.d.a.)

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