Chiamata a raccolto da tutto esaurito. Ora l’obiettivo è creare una filiera

In migliaia ieri a Rasai per la rassegna sulla biodiversità. Fantinel: «Dal seme antico si arriva al prodotto finale»

La “Chiamata a raccolto” sconfigge anche il maltempo. In migliaia hanno affollato ieri il grande capannone agli impianti sportivi di Rasai, prestato per una giornata per ospitare il mondo della biodiversità in tutte le sue sfaccettature. Un altro successo per Coltivare condividendo, che festeggia nel migliore dei modi i dieci anni di attività, raccogliendo l’attenzione degli addetti ai lavori di buona parte d’Italia e la curiosità di chi vuole scoprire la soddisfazione di mettersi a coltivare l’orto in proprio per mangiare sano.

LA FIERA

Il grande capannone della Pro loco si anima già da metà mattina e ben presto, malgrado la pioggia battente, per parcheggiare l’auto i visitatori sono costretti ad allontanarsi dalla struttura. Chiamata a raccolto è nata e rimane prima di tutto una mostra scambio di semi e così sono 25 gli espositori giunti da buona parte del Paese per confrontarsi con i colleghi, creare relazioni nell’ottica di un’agricoltura sostenibile e fornire i visitatori di una piccola dotazione di semi con cui avviare una coltura domestica. Un’altra sezione è dedicata alle associazioni che collaborano e seguono Coltivare Condividendo nelle sue iniziative, mentre l’altra grande ala del capannone è dedicata al mercato. “Abbiamo selezionato le aziende puntando su quelle che lavorano e valorizzano le varietà antiche e che si dedicano all’agricoltura biologica”, spiega Tiziano Fantinel, traino dell’associazione Coltivare Condividendo.

SI GUARDA E SI ACQUISTA

Che “Chiamata a raccolto” rappresenti una fiera a se stante lo dimostra anche il target dei visitatori. Tanti i feltrini in giro a guardare gli stand, molti di più chi si è sobbarcato un viaggio in auto, anche di qualche centinaio di chilometri per essere presente. Così c’è spazio per tutti: per lo scambio di semi e per gli espositori che alla fine della giornata hanno fatto buoni affari.

LE PREMIAZIONI

In apertura di manifestazione, la Rete semi rurali che opera a livello nazionale ha assegnati tre premi consegnati dal deputato Luca De Carlo ad altrettante scuole. Due sono bellunesi: la primaria di Soranzen di Cesiomaggiore e la primaria di Auronzo. La terza è la scuola di San Donà di Piave. “È un premio prestigioso”, aggiunge Tiziano Fantinel, “e sono felice che siano state premiati dei bambini che già da qualche anno portano avanti l’orto a scuola coinvolgendo genitori, insegnanti e i nonni che poi diventano testimoni di ciò che era l’agricoltura di un tempo”.

CREARE UNA FILIERA

Coltivare Condividendo ha le idee chiare: “Si parte sempre dal seme antico”, spiega ancora Fantinel, “per arrivare al prodotto finale che per il coltivatore può rappresentare anche un’entrata economica. Vedo la soddisfazione della gente nell’acquistare ortaggi che nulla hanno a che spartire con ciò che viene venduto nei supermercati della grande distribuzione. E poi quelle stesse persone possono diventare produttrici di ciò che consumeranno in futuro”.

MENù, CHE SUCCESSO

Cottura dei cibi affidata ai cuochi della pro loco, ingredienti e menù scelti dagli organizzatori per un’offerta semplice, a prezzi contenuti che richiama numerosi i commensali, che iniziano a fare la coda ben prima che apra la cucina. Tempi duri per chi ama il pastin. Tra i piatti: ribollita feltrina con fagiolo bonel, cavolo nero, verza e crostini di pane, oppure gnocchi di polenta con radicchio e ricotta affumicata. —




 

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