Chiede a una tredicenne l’amicizia e poi le foto hot

Un uomo finisce in tribunale per adescamento di minore sul social Facebook Per uscirne dovrà fare diverse ore di volontariato
Gigi Sosso

AGORDINO

Approccio sui social e richiesta di foto erotiche. Solo che la ragazza ha 13 anni e un caso del genere la magistratura lo chiama con un nome da Codice Penale: reato di adescamento di minore. Grooming, all’americana. M.F., invece, è un 33enne agordino, che è finito nella rete della Polizia postale, nell’ambito di un’inchiesta, della quale non è detto che i genitori sapessero qualcosa.

L’uomo non è l’unico coinvolto, in zona: ce ne sarebbe almeno un altro, che potrebbe essere già passato per il tribunale e non è detto che sia finita così.

Difficile pensare che la ragazzina fosse maggiorenne, di sicuro l’uomo deve averla vista su Facebook e non ha resistito alla tentazione di chiederle prima l’amicizia e poi delle fotografie, che non dovevano essere delle ultime vacanze al mare. Bisogna aver compiuto almeno 13 anni per iscriversi alla piattaforma inventata da Mark Zuckerberg, ma ci sono sempre delle regole da rispettare e, in questo caso, si sarebbe commesso un reato, anche se nella sua forma più lieve.

Questa è una specie di paracadute, che permette all’assistito dell’avvocato Simona Ianese di chiedere la sospensione del processo per messa alla prova. In altre parole, l’uomo dovrà fare un certo numero di ore di lavori di pubblica utilità, secondo un programma concordato con l’Ufficio per l’esecuzione penale esterna di Venezia. Volontariato in favore della collettività. Si tratta soltanto di trovare un ente convenzionato con il Tribunale di Belluno e stabilire il periodo dei lavori.

Nei mesi successivi ci sarà un’udienza di verifica: se tutto sarà stato fatto per bene, non rimarrà traccia del reato nel casellario giudiziario e il reato sarà dichiarato estinto. Rimane inteso che la messa alla prova si può chiedere soltanto una volta.

Il bonus per rimanere incensurato è finito. —



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