«Chiediamo che le istituzioni ascoltino di più il territorio»
BELLUNO. «Noi chiediamo che le istituzioni ascoltino di più il territorio e i suoi amministratori e che siano dati i giusti strumenti a chi, in questo caso le Usl, ha il compito di pilotare gli eventi. Di questo nuovo schema, che non aggiusta, ma rimette ancora tutto in discussione, è sotto accusa l’impostazione centralista delle cose. A noi sembra che sia un’idea fortemente in contraddizione con l’approccio federalista tanto sbandierato, che invece sarebbe auspicabile quando si parla di servizi alla persona, di strutture di prossimità, di centri di servizi per la comunità».
L’associazione pensionati Anp di Belluno, guidata dal presidente Silvano Balzan, torna sull’intenzione della Regione di modificare tutto l’impianto sanitario veneto con il disegno di legge 23, partendo dall’unificazione delle due aziende sanitarie e finendo con la costituzione della famosa Azienda zero.
L’Anp chiede che si lasci la parola anche ai territori e alla popolazione che li abita, tenendo cioè in considerazione le loro richieste. «Chi meglio di coloro che le realtà locali le guidano e le vivono, dal punto di vista amministrativo e della salute, conosce i bisogni dei singoli e delle collettività?», si chiede Balzan. «Chi, se non i sindaci, i responsabili dei distretti e la dirigenze ospedaliere? Quando in gioco c’è la salute, la vita e il destino di persone, famiglie e lavoratori, tanta leggerezza, a nostro sommesso parere, non è segno di responsabilità da buoni amministratori».
Per i pensionati «l’idea di una sanità moderna, efficace ed efficiente, che era contenuta anche all’interno delle precedenti riforme sanitarie, alla fine non ha avuto seguito, tanto che non si sono fatti i necessari passaggi per risolvere le criticità e non si è provveduto a traghettare il sistema da un modello all’altro. Ed è proprio su questo scenario di incompletezza e transizione che si insinua il disegno di legge del governatore veneto. Per noi questa nuova norma, invece di risolvere in concreto le questioni ancora aperte, accentra su una persona leader tutta la sanità. La salute, però, è un diritto troppo importante per gestirci sopra una campagna elettorale».
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