Chiese assistenza legale per il prelievo del sangue ma il reato è già estinto
FELTRE. Voleva l’avvocato per il prelievo del sangue. O almeno di essere avvisato della possibilità di chiamarlo. I ritmi del ricorso alla Corte di Cassazione gli permettono di vedersi annullare senza rinvio la sentenza della Corte d’Appello di Venezia, perché ormai il reato di guida in stato di ebbrezza è prescritto. L’incidente è del 13 luglio 2013 e, da allora, è passato troppo tempo. Estinto e non se ne parli più.
Il feltrino A.T. era andato a sbattere perché aveva bevuto troppo. Sul luogo del sinistro erano intervenute le forze di polizia che non si erano limitate a fare i rilievi di legge, ma avevano disposto il prelievo ematico, dal momento che l’automobilista presentava tutti i sintomi dell’ebbrezza alcolica: alito vinoso, difficoltà nell’esprimersi e andatura barcollante. L’uomo aveva scelto di farsi giudicare secondo il rito abbreviato ed era stato condannato, pur con lo sconto, in primo grado dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Belluno.
L’appello non è servito a spuntare un’assoluzione, nel senso che la sentenza è stata confermata e allora non rimaneva che rivolgersi alla Cassazione. L’avvocato difensore lamentava motivazioni non tali da giustificare una condanna, oltre al fatto che nella notizia di reato non c’era prova della responsabilità dell’imputato. Ma l’argomento più pesante della difesa riguardava la mancata presenza dell’avvocato di fiducia. L’obbligo di avvisare il conducente coinvolto in un incidente stradale della possibilità di farsi assistere da un legale c’è soltanto nel caso che il prelievo in una struttura sanitaria sia richiesto in maniera autonoma dalla polizia giudiziaria e non faccia parte dei normali protocolli.
La Cassazione ha dichiarato inammissibili i motivi, a parte questo il reato di guida in stato di ebbrezza si prescrive in cinque anni e il reato non era più punibile, con tutto il tempo che era passato. —
Gigi Sosso
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