Chiesetta di Sartena restaurata e riportata all’aspetto originario

Santa Giustina, sistemati gli intonaci settecenteschi Giallo sulla campana del 1525: forse è di un’altra costruzione

SANTA GIUSTINA. La chiesetta di Sartena è tornata ad essere a disposizione dei frazionisti da qualche settimana, con la fine dei lavori di restauro degli intonaci esterni iniziati la scorsa estate, che si sono notati soprattutto per il fatto di aver imposto per un paio di mesi il transito a senso unico alternato sulla provinciale per Cesiomaggiore e San Gregorio, creando qualche disagio a chi utilizza abitualmente questa arteria.

I lavori svolti sono stati descritti nel bollettino parrocchiale dagli stessi tecnici che vi hanno operato, Daniele Ferrazza della ditta Frates e Elisa Saracino di Arte Restauro.

I lavori si sono concentrati sull’esterno della chiesa, sul ripristino dell’apparenza esteriore originaria della chiesa, andata persa nel tempo da lavori fatti con altre regole e altre sensibilità rispetto ad oggi. Si è cercato di recuperare quegli intonaci settecenteschi che affioravano appena in quelle zone dove erano caduti quelli più recenti, caratterizzato da “finti conci” negli angoli della chiesa, ovvero da decorazioni che danno l’idea che ci siano dei mattoni colorati a vista.

Con i lavori di rimozione degli intonaci, si è avuto la piacevole rivelazione che questo intonaco si era conservato in molte parti, solo nascosto dagli strati successivi, anche se non in uno stato ottimale. A questa epoca risaliva anche la decorazione della facciata, che contornava la porta d’ingresso con un finto colonnato e l’intonaco colorato nel timpano sopra la facciata.

Il lavoro permette oggi di ammirare l’aspetto settecentesco della chiesa: dove l’intonaco originario era andato irrimediabilmente perduto è stato ricostruito, ma con delle tonalità di colore più tenui per rendere evidente il tipo di intervento fatto.

Questo restauro è stato possibile grazie al consistente lascito di Clara Zanolla, che è stata ricordata dedicandole la nuova campana del campanile, che va a sostituire quella storica che, da un’analisi degli specialisti, era a forte rischio per la sua età e per questo è stata rimossa e convertita ad altra funzione nella chiesa.

È stata questa una delle sorprese più grandi di questo intervento, ancora in corso di studio: la campana è più vecchia della chiesa, la data riportata su di essa è 1525, che la rende una delle più antiche dell’intera diocesi. Sono in corso degli studi di appassionati locali per cercare di ricostruire la provenienza di questa campana: le prime ipotesi la collegano a una chiesa presente probabilmente a Sartena Alta, all’interno del complesso di Villa Cumano, che potrebbe essere stata dismessa proprio nel periodo di costruzione di questa chiesa, e assieme alla campana potrebbero essere stati spostati anche altri arredi, tra cui forse la pala, che è una delle più pregiate della parrocchia.

Anna Apollonia

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