Chiesta la sospensione del vigile Di Leo

Interdizione dal pubblico servizio: è la richiesta del pm Bianco contro l’agente accusato di rivelazione di segreti d’ufficio
Di Marco Filippi

CORTINA. «Il vigile Di Leo sia sospeso dal servizio». È la richiesta che il pubblico ministero Antonio Bianco ha formalmente avanzato, nei giorni scorsi, al giudice delle indagini preliminari Giorgio Cozzarini, nei confronti del vigile urbano del Comune di Cortina Alessandro Di Leo, 37 anni, indagato per rivelazione di segreti d’ufficio e coinvolto nell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il sindaco Andrea Franceschi. Il sostituto procuratore Bianco, infatti, nei giorni scorsi, ha chiesto al gip di applicare nei confronti del vigile urbano la misura cautelare dell’interdizione dal pubblico servizio, in attesa che le indagini facciano il loro corso, per il pericolo di reiterazione del reato.

Come prevede il codice di procedura penale, prima di decidere se accogliere o rigettare la richiesta del pubblico ministero, il giudice delle indagini preliminari concede all’indagato l’opportunità di essere sentito in un interrogatorio di garanzia. L’interrogatorio era stato fissato per ieri mattina ma s’è presto concluso. Il vigile cortinese (difeso dall’avvocato Paolo Zaglio) s’è avvalso infatti della facoltà di non rispondere. Il suo legale ha, comunque, depositato una memoria difensiva nella quale si chiede il rigetto della misura cautelare. Bisognerà innanzitutto vedere se le intercettazioni a carico del vigile cortinese, disposte per registrare le conversazioni di altre persone e per perseguire altri reati, siano utilizzabili o meno. Il giudice delle indagini preliminari Cozzarini s’è riservato la decisione.

Di Leo è finito sotto inchiesta dopo che alcune sue telefonate con gli altri indagati vennero intercettate dai militari della Guardia di Finanza. Dalle telefonate, secondo l’accusa, emergerebbe che il vigile Di Leo informava Stefania Zangrando, membro della commissione edilizia integrata e sostenitrice della giunta Franceschi, sui controlli con telelaser ed etilometro programmati dalla polizia locale di Cortina. In modo che poi quest’ultima informasse amici e conoscenti affinché evitassero i controlli. La Zangrando, infatti, è indagata anche per abuso d’ufficio e violenza privata, assieme a Franceschi, all’assessore Stefano Verocai e all’ex assessore Luca Alfonsi, per le presunte pressioni esercitate sull’ex capo dei vigili urbani di Cortina Nicola Salvato per limitare i controlli stradali. La preoccupazione dell’entourage di Franceschi sarebbe stata quella di perdere consensi tra la popolazione di Cortina in caso di controlli e multe, in vista delle imminenti elezioni del maggio 2012.

Ora, sul caso di Di Leo, che ha sempre avuto una posizione marginale nell’inchiesta, il gip dovrà esprimersi. La decisione per il momento è in riserva e potrebbe essere sciolta da un momento all’altro.

Nel frattempo, il sindaco di Cortina rimane agli arresti domiciliari, in attesa che i giudici del tribunale del Riesame di Venezia si riuniscano per decidere sul ricorso presentato dall’avvocato Antonio Prade con il quale ha chiesto la scarcerazione di Franceschi. L’udienza è stata fissata per mercoledì 15 maggio.

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