Chiesti 7 anni e 4 mesi per Addis Melaiu

Nel processo Gd Consulting il tribunale respinge la richiesta di rito abbreviato del legale e il pm Bianco fa le sue richieste
Di Gigi Sosso
Addis Melaiu all'uscita del tribunale
Addis Melaiu all'uscita del tribunale

BELLUNO. Condannate Addis Melaiu. Sette anni, quattro mesi e interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il pubblico ministero Antonio Bianco ha chiuso la sua requisitoria da due ore e mezza con questa richiesta di pena per Giampiero Addis Melaiu, il grande capo di Gd Consulting srl, la sorella italiana della svizzera Gdsa di Lugano, con sedi a Belluno, Bergamo e Pieve di Soligo. Le accuse erano di associazione per delinquere con finalità di truffa, appropriazione indebita e riciclaggio dei soldi degli investitori e gli imputati sono altri tredici. Mentre il braccio destro del quarantaduenne di Locarno, Roberto Bortolotto ha già patteggiato cinque anni di reclusione e il commercialista bergamasco Pietro Neri ha preso altrettanto con il rito abbreviato. I due sono già usciti dal processo. Richiesta di assoluzione per Pietro Cerutti e Yuri Pasetti, mentre per gli altri si va dai sei mesi a due anni di pena.

Nell’udienza di ieri mattina, di fronte al giudice Sergio Trentanovi (a latere Antonella Coniglio ed Elisabetta Scolozzi), si è cominciato con la richiesta di rito abbreviato, condizionato o in subordine secco per Addis Melaiu da parte del suo difensore Stefano Pelizzari del foro di Lecco per il primo capo d’imputazione, cioè l’associazione per delinquere finalizzata alle truffe. Un sistema buono per ottenere lo sconto di un terzo della pena, in caso di condanna, ma anche per impugnare la sentenza. Qualche minuto di riflessione e Trentanovi, Coniglio e Scolozzi sono usciti dalla camera di consiglio, respingendo la richiesta. E allora il microfono è passato al pubblico ministero Bianco, che l’ha presa parecchio alla lontana, cominciando dall’atto di nascita della Gdsa elvetica con sede a Lugano, in Canton Ticino e, nel 2008, della Gd Consulting srl, che aveva lo scopo di raccogliere soldi, portarli in Svizzera e investire nel forex, il foreign exchange market, in italiano scambio di valuta estera. Tutto attraverso un broker, un intermediario finanziario, che lavorava a Londra.

«Nessun titolo». Nascono diversi problemi, nel senso che l’attività possibile in Svizzera non lo è in Italia. Dove questo tipo di attività può essere effettuata solo da una Sim, società d’intermediazione mobiliare o da una banca. I promotori agivano senza avere la licenza, vale a dire l’iscrizione all’Uic, l’ufficio italiano cambi. Insomma, proponevano investimenti ai risparmiatori, senza avere la qualifica necessaria a farlo. E lo sapevano bene, ecco perché si parla di reati finanziari. Gli scopi di Gd Consulting erano essenzialmente due: espandersi sul territorio e tenersela gran parte di questi soldi. Un’operazione molto semplice, che ha funzionato fino a quando ci sono stati i primi arresti e il sequesto dei documenti, dopo il tentativo di passare la frontiera elvetica di Brogeda.

50 milioni di euro. È stata drenata, per usare il verbo del pubblico ministero una grande quantità di denaro, ma solo una piccola parte è stata investita: 7 milioni su un totale di 50. Gli altri soldi? In qualche paradiso fiscale, di sicuro molto lontani dal fisco italiano. Più vicino, grandi spese, con fatture anche da 130 mila euro solo di sartoria, macchine di lusso, uffici di rappresentanza sfarzosi e pieghevoli in carta patinata. Ma anche semplici fogli A3 senza intestazioni presentati come contratti da firmare, a sentire Bianco. Paradossalmente anche qualche promoter ha investito con Gd Consulting, con il risultato di rimanere truffato con il suo stesso prodotto, che già vendeva senza averne il titolo legale. Sembra incredibile, ma è successo anche questo. Da dire che i premi per gli investimenti erano molto appetibili. Forse troppo. Infine, le richieste, con i sette anni, quattro mesi e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per l’imputato principale Addis Melaiu.

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