Chiesto lo stato di calamità per la frana di Acquabona

CORTINA. Chiesto lo stato di calamità per la frana di Acquabona, mentre al tavolo operativo che si è riunito due volte in prefettura si è deciso che i vigili del fuoco debbano stilare il piano di monitoraggio. L'obiettivo è guardare a vista, con degli uomini della Protezione civile, l'alveo della frana affinché in caso di nuovi movimenti si possa far partire per tempo il piano di emergenza, che al primo punto prevede la chiusura della Statale 51 all'altezza della frana. Contemporaneamente alla chiusura della strada vanno posizionate le deviazioni al traffico per raggiungere Cortina: una a Tai di Cadore che porti gli automobilisti verso Auronzo e il Passo Tre Croci, e l'altra dal centro di Cortina che porti chi vuole raggiungere il Cadore a fare il giro inverso.

La difficoltà del piano di monitoraggio sta nel capire dove è il posto più sicuro per posizionare gli uomini della Protezione civile in sicurezza. Si pensa anche all'aspetto economico, anche se una stima di quanto costerà tutta l'operazione di emergenza, e le successive fasi, non è statoa ancora fatta.

«Il nostro presidente Luca Zaia», sottolinea l'assessore regionale Bottacin, «già giovedì ha chiesto lo stato di calamità per tutte le zone colpite dal maltempo che mercoledì sera ha devastato non solo Dolo e Mira, ma anche altri paesi nel Vicentino, nei Lidi, verso Jesolo. Nella richiesta è inserita anche questa frana di Acquabona. Zaia ha chiesto al premier Renzi che il Governo stanzi le risorse necessarie. La giunta veneta ha poi già impegnato 3 milioni di euro per le prime necessità che comprendono tutto. Dalle spese per il rifornimento ai mezzi, alle spese per gli alloggi per la Protezione Civile, alle prime opere di contenimento dei danni. Lunedì chiederemo poi in consiglio regionale che si possa fare una deroga al bilancio per una variazione urgente vista la calamità che ha colpito l'intera regione». (a.s.)