«Chiodi contro il Giro»: dopo la minaccia si pente: ho sbagliato, scusatemi

Un appassionato di rally era intervenuto sul social del presidente della Provincia Roberto Padrin: «Non sono cattivo e non farei mai quello che ho scritto»
Gigi Sosso

BELLUNO. Marcia indietro sui chiodi. Se era una battuta, non ha fatto ridere nessuno, dal presidente della Provincia in giù. Se invece era una minaccia, più o meno concreta, per la tappa bellunese del Giro d’Italia del 28 maggio, allora meglio sbrigarsi a chiedere scusa. Paolo Giomo ha capito di aver fatto un’uscita infelice, per non dire ancora penalmente rilevante su Facebook istituzionale di Roberto Padrin. Non è stata una buona idea rispondere alla protesta contro il rinvio del Rally del Bellunese di Andrea Pongan con un «andremmo a mettere chiodi» sulle strade della Belluno-Marmolada.

Il giorno dopo Giomo si batte il petto: «Ho sbagliato e chiedo scusa al presidente Padrin e a tutti coloro che si sono sentiti offesi da quello che ho scritto in un momento di rabbia. Ero amareggiato per la cancellazione il giorno prima di una classica del rally come il Bellunese, mentre nessuno ha sollevato problemi sul Giro d’Italia, del quale peraltro sono un appassionato. Diciamo che è stata una battuta infelice e mi dispiace».

Qualcuno in Procura della Repubblica potrebbe parlare di “minaccia aggravata”, se si considera l’ingiusto male nei confronti dei ciclisti della corsa rosa organizzata dalla Rcs. Non risultano ancora indagini, ma è un post che andrebbe cancellato il prima possibile: «Non ce l’ho con nessuno, ci mancherebbe. Tanto più che andrò senz’altro a vedere la tappa di Cividale, visto che abito a Portogruaro. È stato uno sfogo del momento, figuriamoci se davvero sarei capace di fare una cosa così grave. Non sono certo una persona cattiva, anche se a ripensarci bene non avrei dovuto scrivere certe cose. Come anticipavo, mi dispiace, anche perché organizzato anch’io delle manifestazioni e so quanta fatica e quanta cura ci può essere dietro a ogni singolo evento».

Padrin prende nota e si tranquillizza. La penultima tappa del Giro d’Italia sarà una magnifica opportunità di promozione turistica per la provincia di Belluno, tanto più se sarà decisiva per l’assegnazione della maglia rosa. Per il Rally del Bellunese, se ne riparlerà l’anno prossimo: «Sui social, si può trovare di tutto e questo lo sappiamo bene», promette Padrin, «ma sarebbe importante rimanere entro certi limiti. La Provincia aveva autorizzato la manifestazione automobilistica, poi la Prefettura ha ritenuto che non ci fossero le necessarie condizioni di sicurezza. Tornerà senz’altro il prossimo anno, se l’organizzazione lavorerà in questa direzione. Intanto, abbiamo questa ottima possibilità e allora vediamo di meritarcela fino in fondo».

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