Chioschi in piazza, è polemica: «Il Comune ci sta danneggiando»

A destra Gregory Appamea del Broombal Club ed Enzo Bortot presidente Gs Castionese
A destra Gregory Appamea del Broombal Club ed Enzo Bortot presidente Gs Castionese
 
BELLUNO.
Polemiche sull'edizione 2010 dell'Ex Tempore. A sollevarle le associazioni che ogni anno allietano il periodo coi loro chioschi. Ma quest'anno è accaduto qualcosa di diverso. «Il Comune, oltre a imporci la chiusura entro le 20, non ci ha permesso di vendere i classici panini con il pastin».  Più che una protesta, quella delle associazioni presenti in piazza, Broomball Club Belluno e Gs Castionese, è una richiesta di chiarimenti. «Non sappiamo, infatti, il perchè dei divieti di vendita dei panini e dell'utilizzo degli spioventi sulle casette per riparare i clienti dalla pioggia», dice Gregory Appamea, vicepresidente del Broomball Club.  «L'amministrazione non ci ha spiegato perchè questo servizio sia stato dimezzato. E sono stati molti i clienti che sono venuti a chiederci il panino col pastin, memori degli altri anni. Abbiamo dovuto rispondere che ci è stato impedito di farlo».  Per Appamea questo non è sicuramente un segnale che va nella direzione di incentivare il turismo: «Questa provincia si fregia di essere turistica, ma se ai turisti non vengono offerti dei servizi "tipici", che senso ha parlare di turismo?», si chiede Appamea, che però non si è perso d'animo. Così, per dimostrare che sono in molti a rimpiangere il servizio prestato negli anni scorsi, ha tirato fuori carta e penna e ha raccolto le firme di chi si è avvicinato chiedendo i panini. «Abbiamo riempito diverse pagine. Ma potevano essere molte di più, se solo ci avessero permesso di prolungare le casette con degli spioventi per riparare i clienti dalla pioggia. Ci hanno detto che è contro il decoro della città e che dovevamo fare come una volta: castagne e vin brulè all'aperto. Quest'anno non ci hanno permesso neppure di mettere dei tavolini, dove i clienti potessero mangiare».  «Con la pioggia, la gente, non trovando un riparo, ha tirato dritto. E per noi questo significa un guadagno mancato, visto che questa iniziativa serve per raccogliere dei fondi per le attività delle nostre associazioni che sono a servizio dei giovani», dice il presidente del G.S. Castionese, Enzo Bortot.  E i soldi che le due associazioni pagano per 5 giorni di fiera (due week end e il giorno di San Martino) non sono certo pochi: «Per 60 metri quadrati di chiosco ci chiedono 600 euro e a questi dobbiamo aggiungere l'affitto della casetta. Quello che vorremo sapere è il movito di questo cambiamento. Perché il Comune ha deciso di penalizzarci?».

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