Chisso e Zaia: «Treni nuovi a marzo per il Bellunese»

La promessa dopo gli incidenti e gli infiniti disservizi E sull’orario cadenzato: lo miglioreremo col tempo
Di Francesco Dal Mas
BARSOTTI - PROTESTA STUDENTI RITARDO TRENI
BARSOTTI - PROTESTA STUDENTI RITARDO TRENI

BELLUNO. Treni che perfino s’incendiano, sulle terre alte, ai margini del mondo nordestino. Dario Bond, bellunese, capogruppo del Pdl (ancora per il momento), alza la voce con la Regione. Vuole convogli nuovi.

«Ha ragione Bond e noi glieli daremo. Entro marzo». Parola di Renato Chisso, assessore regionale alla mobilità. «Non anticipo quali treni saranno, voglio che sia una sorpresa. Ma sono certo che Dario e i viaggiatori da e per Belluno saranno soddisfatti».

Tutti treni esclusivamente per le Dolomiti. Partiranno da Conegliano verso il Cadore. Oppure da Treviso e da Padova per il Feltrino e Belluno. «Per il momento, sostituiremo i treni diesel con i Minuetto», precisa ulteriormente Chisso. Il quale, a margine della posa della prima pietra di un nuovo sottopasso ferroviario a Paese, affronta anche il tema dell’orario cadenzato, dei comitati di viaggiatori, in particolare di pendolari, che lo contestano, e delle possibili correzioni. Anzi, a questo riguardo l’assessore fa sapere che chiederà una moratoria, cioè il rispetto da parte di “tutti” di un periodo di silenzio, in cui verrà verificato l’andamento dell’orario cadenzato e si tireranno le opportune conseguenze: anche di modifica.

Se ne assume la responsabilità lo stesso presidente della Regione, Luca Zaia, pensando proprio alla realtà bellunese. «Hanno ragione i comitati a protestare quando i treni non svolgono il servizio richiesto da chi viaggia. Quindi», prosegue Zaia, «i problemi sollevati non solo in montagna, ma anche in altri territori del Veneto, vanno affrontati con decisione e attenzione puntuale».

A questo punto Chisso ritorna sulle sue parole, per sottolineare che l’orario cadenzato è stato immaginato e viene realizzato a vantaggio soprattutto dei pendolari. «Lo abbiamo calibrato per rafforzare le fasce, con lavoratori che prendono il treno per recarsi in fabbrica o in ufficio. Non lo abbiamo studiato a prescindere. E Lo stiamo migliorando rispetto alla prima impostazione. Continueremo a metterci le mani, per rafforzarlo».

Chisso informa che l’orario che entrerà in vigore a metà dicembre non sarà, dunque, quello definitivo: sulla base della sua implementazione, riceverà tutti i correttivi necessari.

In sostanza, il prossimo, sarà un esperimento. Ma è importante quanto sta sostenendo il governatore regionale: anche se il servizio non sarà quello definitivo, è opportuno – questo il consiglio che il governatore dà ai suoi – che i nodi che fanno già discutere siano affrontati e risolti per tempo.

C’è il timore, negli ambienti politici regionali, che a poco più di un anno dalle elezioni regionali e a pochi mesi da quelle amministrative, in importanti città del Veneto, il vasto e articolato mondo del pendolarismo si rivolti contro la Regione, che ha la titolarità del servizio.

«Se le ferrovie venissero gestite direttamente dalla Regione», mette le mani avanti Zaia, «non avremmo di sicuro tutte queste lamentele».

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