Chiude la palestra del Renier

Lavori in vista dopo le infiltrazioni dalla copertura in vetro. Problemi per la Valbelluna Basket
Di Paola Dall’anese
ezio lise
ezio lise

BELLUNO. Chiude la palestra dell’istituto Renier di Belluno. La Provincia ha deciso di mettere in sicurezza l’edificio, la cui copertura in vetro sta dando segni di cedimento, tanto che da qualche tempo si notano infiltrazioni d’acqua quando piove. «La chiusura», precisa l’assessore provinciale all’edilizia scolastica Ezio Lise, «ci permetterà di redigere il progetto dell’intervento e di dare il via ai lavori al più presto, così da poterli ultimare prima dell’inizio del prossimo anno scolastico».

«La copertura in vetro», prosegue Lise, «aveva evidenziato i primi problemi qualche anno fa, al termine dell’adeguamento sismico della palestra: proprio questo intervento, forse, aveva reso meno elastico l’edificio. Le criticità, poi, sono andate via via aumentando e ora si è arrivati addirittura a perdite d’acqua».

L’intervento, secondo le prime stime, costerà 300 mila euro all’ente Provincia che, visto il bilancio già risicato, si è messo in moto per vedere di recuperare le risorse. «C’è l’opportunità di accedere ai fondi del “Conto energia” messi a disposizione dal Governo per interventi di risparmio energetico. Questi contributi potrebbero coprire il 50% della spesa», precisa l’assessore provinciale.

La chiusura della palestra del Renier è prevista per la settimana prossima e i circa 900 studenti saranno dirottati nella palestra sottostante. Ma con delle limitazioni. «In questa struttura non si potranno fare attività con la palla, perché è troppo bassa. Comunque stiamo andando verso la buona stagione e magari qualche attività si potrà fare all’aperto».

Ma grossi problemi ci saranno, invece, per le tante associazioni che nel pomeriggio utilizzano la palestra “ammalorata” per gli allenamenti delle squadre. Nei guai Sci club Nevegal, Pallavolo Amatori e soprattutto la Valbelluna Basket: «Quest’ultima società», sottolinea Lise, «utilizza la struttura per tante ore. Sarà dura trovare un’altra sistemazione, la speranza è che il Comune di Belluno possa darci una mano».

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