Chiude l’Agenzia delle Entrate di Pieve, lavoratori trasferiti a Belluno
Venerdì 27 settembre sarà l’ultimo giorno di apertura dello sportello di Pieve di Cadore della Agenzia delle Entrate, che si trova in piazza del municipio. In una nota la sede veneziana della Agenzia delle Entrate spiega che «la chiusura si rende necessaria per razionalizzare l’impiego del personale e delle risorse della Agenzia in base alla effettiva richiesta di servizi da parte della utenza della provincia di Belluno». . Dal 30 settembre in poi i cittadini del Cadore, del Comelico e dell’Ampezzo che devono rivolgersi alla Agenzia delle Entrate dovranno arrivare fino a Belluno, in piazzetta Santo Stefano. Oppure utilizzare i servizi telematici, collegandosi al sito della Agenzia delle Entrate all’indirizzo www.agenziaentrate.gov.it. C’è anche un numero verde gratuito 800909696.
Le rappresentanze sindacali commentano con amarezza «la scomparsa dell’ultimo presidio della Agenzia delle Entrate sul territorio. Come per effetto di una valanga che spazza via quello che trova sul suo cammino, trascinando tutto a valle, la montagna si ritrova orfana di un altro servizio. Ci risiamo».
I sindacati ricordano che sono 50mila i cittadini e centinaia le realtà produttive del Cadore, Comelico e Ampezzo che dovranno recarsi a Belluno per ricevere i servizi legati agli obblighi fiscali.
Le Rsu tracciano anche una breve cronistoria di questo ufficio. «Nel 2009 l’Agenzia delle Entrate di Pieve di Cadore con 25 dipendenti diventa Ufficio Territoriale di Belluno; i dipendenti diventano 10. Nel 2013 viene decretata la chiusura e solo una grande mobilitazione di sindacati, sindaci, Magnifica Comunità, associazioni di categoria riesce a contenere i danni con il declassamento a sportello; i dipendenti diventano 5 che assicurano anche l’apertura per due giorni a settimana dello sportello di Cortina che viene chiuso nel 2016. Ora si è giunti alla fine definitiva: dal 30 settembre i 5 lavoratori andranno a integrare il personale di Belluno che solo dal 2017 e fino al 2020 ha perso e perderà ¼ dei propri dipendenti andati in pensione e mai sostituiti».
Ovviamente anche Belluno sembra a rischio, si parla della possibilità di trasferimento di lavorazioni (e forse anche lavoratori) ancora più in pianura, a Treviso.
«Ci chiediamo fino a quando si considererà la Pubblica Amministrazione solo come un costo e non come un servizio ai cittadini e alle realtà produttive? Fino a quando si continuerà a bistrattare e demotivare i lavoratori? Quando si porranno in atto misure per fermare questa valanga che sta desertificando la montagna?». —
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