«Chiudere o no la struttura di Misurina è solo questione di soldi»

La proprietà presenta i conti: dalla Regione arrivano circa 400 mila euro in meno l’anno: «Entro ottobre vogliamo fatti»

MISURINA.

Nel coro di voci che ruotano attorno alla chiusura dell’istituto Pio XII di Misurina, ieri mattina è stata la volta della proprietà (l’Opera diocesana San Bernardo degli Uberti di Parma) a prendere la parola, ed una posizione ben delineata, attraverso il direttore generale Elena Cardinali. La dirigente ha parlato a lungo, chiarendo alcuni aspetti finora rimasti nell’ombra.

«È bene sgomberare il campo da ogni dubbio», ha rammentato nel corso di una improvvisata conferenza stampa tenutasi nella sede dell’Opera diocesana a Parma, «nessuno di noi ha mai pensato di cambiare la destinazione d’uso della struttura per costruire un albergo di lusso in vista dei grandi eventi in programma a Cortina nei prossimi anni. Conferme in tal senso arrivano anche dal sindaco di Auronzo, Tatiana Pais Becher, e dunque la cosa si chiude qui».

Cardinali va poi dritta al nocciolo della questione. «Mancano tanti soldi, circa quattrocentomila euro, per coprire le spese preventivate nel budget annuale, pari a un milione e duecentomila euro. La Regione Veneto, per il 2018, ce ne ha riconosciuti 786mila e per il 2019 le stime sono al ribasso. Abbiamo aspettato il mese di luglio per capire lo stato dei conti; alla luce della situazione abbiamo poi deciso di lanciare un grido d’allarme. Noi crediamo in questa struttura e nel progetto che portiamo avanti, tra mille difficoltà, da tanti anni. Abbiamo ricevuto conferma dell’accreditamento anche per il 2020, visto che l’attuale contratto scade il 31 dicembre del 2019; ma per poter andare avanti servono fatti concreti. Siamo dalla parte delle mamme, siamo dalla parte dei piccoli pazienti, ma senza la dovuta copertura economica del servizio di eccellenza che offriamo non possiamo proseguire. In due parole? Se non dovessero esserci novità, diciamo entro il mese di ottobre, la struttura al 31 dicembre chiuderà i battenti».

La Cardinali entra poi a gamba tesa su quello che, ad oggi, oltre al problema economico, si presenta come il principale handicap. «La burocrazia limita l’accesso alle cure offerte dalla struttura. Nonostante l’impegno di tutti e l’interessamento concreto, siamo in una condizione complicata, cambiata radicalmente dal 2016 ad oggi. Fino al 2016 per accedere alle cure del Pio XII bastava una impegnativa del pediatra; dal 2016 la Regione Veneto ha introdotto una valutazione aggiuntiva, caso per caso, affidata ad una commissione medico scientifica che molto spesso si è rivelata inconcludente. Esistono casi che, da mesi o addirittura anni, non hanno ancora ricevuto una risposta».

Tema spinoso quest’ultimo, che sarà al centro dell’incontro che i vertici dell’opera diocesana terranno la prossima settimana con Luca Zaia. «Ampliando l’accesso alla struttura riusciremmo a recuperare la parte del budget mancante; ma per fare questo servirà l’impegno di tutti. Non solo di Zaia, dunque, ma anche di tutte le altre Regioni visto che il servizio di eccellenza offerto a Misurina non riguarda solo il Veneto ma tutta Italia. Abbiamo piccoli pazienti, provenienti da ogni dove, che aspettano una risposta. Noi ci crediamo, lo abbiamo detto e lo ripetiamo. Se così non fosse, non avremmo avanzato la richiesta per un nuovo accreditamento; ma adesso toccherà ad altri dimostrare il nostro stesso attaccamento alla causa. Una risposta la aspettano non solo i pazienti ma anche i dipendenti della struttura che al 31 dicembre rischiano di restare senza posto di lavoro». –

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