Chiusa Casera Pian dei Fioc: è protesta

La struttura è un luogo di ritrovo e di ristoro gratuito per i tanti appassionati del Serva: «L’avevamo anche arredata»
Di Francesco Saltini

BELLUNO. «Hanno chiuso casera Pian dei Fioc». Il messaggio si è propagato come un tam tam tra i tanti appassionati di montagna che ormai da qualche anno frequentano la casera sul monte Serva. Una struttura che d’estate ospita il malgaro, trasformandosi d’inverno in una sorta di area di ristoro gratuita per le tante persone che decidono di trascorrere il tempo libero sulle vette che sovrastano la città di Belluno. Un servizio alla comunità fornito gratuitamente da un gruppo di amanti della montagna.

Sabato mattina l’amara sorpresa. Massimiliano Prest decide di fare il solito giro sullo Schiara, con meta la casera Pian dei Fioc. Già all’inizio del sentiero capisce che qualcosa non va per il verso giusto: «C’era uno strano cartello: diceva che la casera era stata chiusa e che l’ingresso era consentito soltanto alle persone autorizzate. Non credendo ai miei occhi, sono salito fino alla casera. Anche qui ho trovato un cartello simile, ma c’è di più: porta e finestre erano serrate con dei luchhetti».

Casera Pian dei Fioc si trova a trecento metri dalla vetta del Serva. Si tratta di un edificio di proprietà del Comune di Belluno. Da ormai vent’anni, dopo che il gestore estivo se ne andava, la casera veniva gestita da un gruppo di appassionati di montagna. Così facendo, anche il Serva, privo di edifici dove potersi ristorare o riparare in caso di maltempo, ha il suo “rifugio”, dove rifocillarsi gratuitamente, bevendo un the o mangiando un pezzo di pane e formaggio, durante le fredde escursioni invernali.

«C’era chi portava il the, chi il caffè, chi la pasta, chi il formaggio», prosegue Prest, che parla a nome del gruppo di amici (una cinquantina) che frequenta assiduamente la montagna bellunese. «La casera è ormai diventata un punto di ritrovo per gli appassionati di montagna. Negli anni l’avevamo perfino arredata: con un elicottero avevamo portato a nostre spese una stufa, delle sedie e un tavolo. Immaginatevi la nostra amarezza quando abbiamo appreso che la casera era stata chiusa. Nessuno ci ha avvisato. Niente di niente, solo un cartello all’inizio del sentiero».

«Ora vogliamo capire il motivo che ha spinto il Comune a prendere questa decisione», conclude Prest, «anche perché, se la casera non fosse più resa accessibile durante l’inverno, dovremmo muoverci per recuperare gli arredi, pagando l’elicottero sempre a nostre spese».

E che la casera fosse diventata un simbolo del Serva, lo si evince anche dalle parole scritte sulle pagine del sito “Planet mountain” da Manuel, un escursionista ospite della casea: «Sono appena tornato dal Serva», scriveva lo scorso inverno, «e volevo ringraziare pubblicamente il signor Franco che questa mattina alla casera Pian dei Fioc ci ha offerto uno splendido e speciale the. Davvero una accoglienza calorosa, peccato che non sia un rifugio. Oggi era pieno di gente che si fermava a prendere il sole e per fortuna Franco con il suo gruppetto di amici accoglievano i turisti. Andate a farvi un giro anche voi, merita».

Lo stesso assessore comunale Luca Salti ha avuto la brutta sorpresa sabato mattina: «Alle 7 sono salito sul Serva e mi sono diretto alla casera. Era proprio chiusa. Ora mi sto informando per capire cosa possa essere accaduto. Sembra che ci siano problemi legati all’agibilità della struttura».

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