Chiusa la bonifica “bellica” al deposito militare di Cimabanche

La struttura è stata ripulita dai residui di ordigni e materiale pericoloso. Per vent’anni le Regole potranno utilizzarla per attività legate al Parco naturale

CORTINA. La bonifica bellica dell’ex deposito militare di Cimabanche è stata portata a termine tra l’estate e l’autunno scorsi. . L’ex deposito militare di Cimabanche, ritornato di proprietà del Comune di Cortina, con la possibilità per le Regole d’Ampezzo di avere l’area a disposizione per finalità compatibili con quelle del Parco per almeno 20 anni, è stato nel corso dell’estate e dell’autunno scorso bonificato dai residuati bellici, ordigni e materiali pericolosi che si trovavano all’interno dell’area in località Cimabanche, dove un tempo c’erano le caserme con deposito di armi.

La notizia è stata data dalle Regole d’Ampezzo, attraverso l’ultimo numero del notiziario inviato nelle case dei consorti regolieri.

L’area è stata scansionata con strumenti che hanno rilevato la presenza di sorgenti ferromagnetiche in varie parti, soprattutto nei pressi degli edifici e della viabilità interna al deposito. La ditta incaricata era la Sos Diving Team di Teolo, che è intervenuta con scavi nel terreno e l’asporto dei residui che sono stati rilevati, tra cui anche ordigni ed esplosivi.

Restano ancora da bonificare le zone più marginali, ma la parte più consistente, quella che riguarda il materiale ferromagnetico, è stata fatta.

Il finanziamento per la bonifica dell’area è stato ottenuto dalle Regole dalla Regione, dopo che nel 2015 l’Esercito aveva comunicato il cambio di destinazione dei 42 ettari di terreno da Demanio militare a Demanio civile, non essendo più interessato all’utilizzazione dell’area.

Nel 2017 la proprietà dell’ex deposito militare è stata ceduta dal Demanio al Comune, che oggi è l’effettivo proprietario.

La zona venne espropriata negli anni Cinquanta alle Regole, per poter costruire un edificio di deposito di munizioni.

A seguito di colloqui tenuti con il comando delle truppe alpine di Bolzano, a cui ha partecipato anche il Comune, le Regole, un tempo proprietarie, hanno la possibilità di subentrare ora nell’uso dei terreni intorno all’area militare per almeno vent’anni.

Proprio in questo senso rientra la bonifica dell’area dove per decenni sono stati utilizzati armi e ordigni di vario tipo per renderla sicura da qualsiasi materiale pericoloso.

Rimane tuttavia da fare ancora la bonifica ambientale, per cui ci vuole una ditta specializzata, in quanto all’epoca in cui vennero costruite le caserme e i depositi di armi, per la costruzione dei tetti si utilizzò anche dell’amianto.

Un’operazione che diventa quindi molto costosa, essendo l’amianto un rifiuto tossico speciale che va smaltito in determinati modi.

La convenzione tra Regole e Comune per l’utilizzo dell’area con finalità compatibili con quelle del Parco è quindi al momento in cosidddetto “stand by”, in attesa cioè della bonifica ambientale che potrebbe essere fatta dal Comune, da Comune e Regole assieme, o con altri fondi della Regione attraverso il Parco naturale. —


 

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi