Chiusi due reparti e in Cigs 19 dipendenti
Agli inizi del mese di maggio è stata avviata la procedura per l’apertura della cassa integrazione straordinaria per 19 dipendenti dello stabilimento di Pieve d’Alpago. Si tratta, come spiega il direttore generale del gruppo Giorgio Fedon & Figli spa, Schiavo, «della continuazione di un accordo che era stato siglato nel 2013 con i sindacati».
Nel maggio di due anni fa, infatti, «a fronte di un esubero di 38 persone», precisa sempre il direttore generale, «con i sindacati ci eravamo accordati per un percorso di solidarietà. Cioè tutta la fabbrica era stata interessata da questo tipo di contratto così da poter salvare i 38 posti di lavoro». Lo scopo di questo accordo era quello di vedere se, nel giro dei due anni, potessero essere recuperati questi posti di lavoro, senza licenziare nessuno.
E in parte così è stato. «Tra pensionamenti e uscite volontarie, siamo riusciti», spiega sempre il direttore generale, «a ridurre notevolmente questi numeri, anzi a dimezzarli tanto che ora ci troviamo con 19 dipendenti in esubero per cui abbiamo deciso di aprire la cassa integrazione straordinaria. L’intento è quello di verificare se, nell’anno di cassa, tramite delle modifiche produttive che intendiamo portare a termine in Alpago e con l’avvio di nuove attività, possiamo recuperare almeno in parte queste persone».
Nel frattempo, però, due reparti dello stabilimento di Pieve d’Alpago deputati alla finitura e rilavorazione del prodotto sono stati chiusi (lo stop completo si avrà con l’estate). (p.d.a.)
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