Chiuso l’antico panificio Bianchi di Cibiana

Bortolo Bianchi “Leto” ha detto basta: «Non ce la facevamo più a pagare spese e tasse»

CIBIANA. Lo storico panificio e pasticceria Bianchi di Cibiana di Cadore ha cessato l’attività da domenica scorsa.

La chiusura ha creato stupore tra i cibianesi tanto che, dopo quasi una settimana, ancora alcuni cittadini spingono la porta per entrare e, trovandola chiusa, si rendono conto che il “loro” panificio non c’è più.

«Peccato», afferma il proprietario Bortolo Bianchi “Leto”, «che clienti fossero sempre meno, tanto da non consentire nemmeno il pagamento delle tasse, sempre più alte, e delle spese di gestione».

«In pensione c’eravamo da tempo», spiega Bortolo Bianchi, «ma in questi anni abbiamo tenuto aperto ugualmente perché abbiamo sempre lavorato per dare un servizio al paese di Cibiana. In questi ultimi anni il lavoro, invece, non c’era più. La nostra produzione sia di pane che di pasticceria era artigianale e di alta qualità, tanto che era molto richiesta anche nelle feste tradizionali, come al “Viaggio nel passato” di Valle, e alla festa dei murales viventi, dove il nostro punto vendita era sempre molto affollato. Ma nemmeno con quel lavoro era possibile andare avanti».

Cosa sarebbe stato necessario per continuare? «Come per tutte le attività economiche dei piccoli centri, Cibiana ha 450 abitanti, sarebbero serviti degli incentivi economici. Invece le incombenze burocratiche sono sempre più complesse, costose e non ci sono contributi che ti aiutino a superare i momenti di crisi. Pensi che nelle ultime festività pasquali, che fino due anni fa erano giornate di lavoro, quest’anno abbiamo avuto pochissimi clienti. E questo ci ha convinti a chiudere».

Con la chiusura di questa attività il paese di Cibiana ha perso un importante punto di riferimento e una parte della sua storia. “Leto”, famoso anche per il suo incontro con Papa Giovanni Paolo II sul Rite, e il suo panificio erano due icone per Cibiana, perché quest’attività è nata ancora nel 1921, quando Germano Bianchi costruì un forno ad arco nella frazione di Pianezze: una autentica opera d’arte antica in pietra, tutt’ora visibile, dove il pane veniva cotto ogni due o tre mesi perché la farina era troppo scarsa, come anche i soldi. La farina veniva accumulata e quando ce n’ era una certa quantità, Germano faceva il pane.

«Ora tutto questo fa parte della storia di Cibiana», afferma Alberto Ghelli, assessore comunale. «Attualmente il pane viene venduto dalla cooperativa di consumo presente in paese, ma già da ora si sente la mancanza oltre che della qualità del pane di Bortolo Bianchi, anche del reparto pasticceria dove “Leto” era maestro, e credo di interpretare il pensiero di tutti i cittadini di Cibiana facendo ai coniugi Maria e Bortolo Bianchi tanti auguri e rivolgendo loro un particolare grazie».

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