Chiusura prefettura: i dipendenti scrivono a ministri e politici

BELLUNO. I dipendenti della Prefettura di Belluno chiedono aiuto a parlamentari e politici locali per evitare la chiusura del loro luogo di lavoro. Dopo l'assemblea sindacale di ieri mattina, il...

BELLUNO. I dipendenti della Prefettura di Belluno chiedono aiuto a parlamentari e politici locali per evitare la chiusura del loro luogo di lavoro.

Dopo l'assemblea sindacale di ieri mattina, il personale ha deciso di stendere un documento che sarà presto reso noto. Tale scritto sarà inviato al presidente del Consiglio Renzi, al presidente della Repubblica, ai ministri e a livello locale a sindaci, parlamentari, associazioni di categoria, sindacati per spiegare i motivi per i quali non si può chiudere la prefettura di Belluno e i conseguenti disagi che ne deriverebbero.

La preoccupazione è tanta all'interno del palazzo dei Rettori: una grande incertezza accomuna tutti coloro che vi lavorano. I dipendenti in questi giorni hanno passato le serate a leggere attentamente la bozza di decreto in cui si cancellano proprio gli avamposti del governo sul territorio. Dipendenti che hanno messo bene in chiaro quali sono le condizioni geomorfologiche del territorio montano, le sue fragilità e i suoi problemi. I lavoratori sono preoccupati: temono, infatti, di perdere il loro posto e di dover lasciare le loro case qualora la chiusura della Prefettura diventasse realtà.

Molti stanno già guardando al futuro, pensando a cosa fare se dovessero essere trasferiti a Treviso. Il timore è quello di dover lasciare la loro terra natia per andare in pianura.

«Non è pensabile di poter fare avanti e indietro ogni giorno da qui a Treviso», dice qualcuno di loro, molto preoccupato e amareggiato. «Ma le ricadute a cascata si misureranno anche sul territorio: i centri si spopoleranno e se dovessero andare via una cinquantina di famiglie, il contraccolpo economico potrebbe essere letale anche per le attività economiche».

Insomma, il danno non sarebbe soltanto per i dipendenti della Prefettura, ma per l'intero capoluogo, se non addirittura per l'intera provincia. Puntando su questo, quindi, i dipendenti cercheranno di far leva sulle coscienze dei politici locali e romani, per scongiurare una decisione che da tempo rende insonni le loro notti.

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