Cicloturismo, 300 km da promuovere

Le proposte di De Menech: «Dopo dieci anni di investimenti, le piste ciclabili bellunesi sono una rete straordinaria»
Inaugurazione del tratto Lonarone - Soccher della cclabile Venezia-monaco
Inaugurazione del tratto Lonarone - Soccher della cclabile Venezia-monaco

BELLUNO. «Specializziamo le Dolomiti bellunesi in due ruote con un progetto turistico di lungo respiro e investimenti costanti per almeno cinque anni». A lanciare la proposta è il deputato bellunese del Pd, Roger De Menech, tracciando il bilancio degli investimenti fatti nell’ultimo decennio per lo sviluppo della ciclabilità in provincia. «Entro qualche anno saranno completate tutte le piste ciclabili dorsali», afferma De Menech, «connesse con la rete del Trentino Alto Adige a nord e con la provincia di Treviso a sud». La somma dei chilometri di piste ciclabili arriverà a circa 300, equivalente alla metà delle strade principali che attraversano il territorio.

«Quello che stiamo costruendo diventa un patrimonio infrastrutturale di grande valenza ambientale e turistica, perché sono poche le zone in Italia che possono vantare asset come le Dolomiti adeguatamente attrezzati per gli sport invernali e allo stesso tempo per il turismo estivo. La ciclabilità, in forte crescita in tutta Europa, ci consente di allungare le stagioni turistiche per quasi l’intero arco dell’anno e di sviluppare attività economiche e di servizio collaterali».

Per sfruttare al meglio quanto fatto, aggiunge il deputato: «È necessario ragionare su una scala diversa: dobbiamo promuovere l’abbinamento Dolomiti – bicicletta con un marchio unico, con azioni di marketing coordinate e con investimenti sui grandi eventi. Uno di questi dovrà essere certamente il Giro d’Italia, una vetrina internazionale di altissimo livello». De Menech non risparmia alla Regione una frecciata sullo scarso impegno nel settore: «La Regione Veneto negli ultimi cinque anni ha investito con i fondi europei sullo sviluppo e la coesione poco più di 14 milioni in totale, di cui 2,15 milioni nel bellunese; e con fondi del Ministero delle Infrastrutture cioè 1 milione, di cui nulla è stato speso in provincia di Belluno. Con il Fondo dei comuni confinanti sono arrivati investimenti in questo campo per più di 30 milioni di euro, rendendo possibile e realizzabile il completamento di tutte le dorsali. Il mio suggerimento e auspicio è che la Provincia insieme con la Regione stipuli un accordo con Rcs per portare il Giro d’Italia sulle Dolomiti e in Provincia di Belluno per i prossimi cinque anni consecutivi. Sarebbe il principale investimento in promozione per il nostro territorio e un volano formidabile per attrarre gli appassionati delle due ruote».

Va ricordato, aggiunge De Menech, «che ci sono esperienze consolidate anche sul nostro territorio a favore del cicloturismo, soprattutto per quanto riguarda il trasporto: ci sono treni dedicati agli escursionisti provenienti dalla pianura nei giorni festivi e in estate c’è il servizio bike bus di Dolomitibus che permette di viaggiare con la bicicletta al seguito per raggiungere le piste ciclabili. Ora che le dorsali sono in via di costruzione o completamento, dobbiamo tutti fare uno sforzo in più per promuovere il nostro territorio, specializzarlo e favorire la nascita di attività economiche a supporto dei cicloturisti».

A confortare la proposta di De Menech arriva Giuliano Vantaggi, neo direttore della Dmo (la società che promuove il turismo in provincia), ieri al suo primo giorno di lavoro nella sede di Palazzo Piloni: «Il prodotto cicloturistico è uno di quelli che verranno promossi con maggiore incisività nel prossimo futuro. Stiamo facendo una sintesi del prodotto “Bike”, sia per quanto riguarda le grandi vie (Venezia-Monaco, Via del Piave e Claudia Augusta Altinate) che per tutte le altre offerte, comprese le mountain bike e le e-bike».

In parte la promozione dei percorsi è già stata lanciata, ma ci sarà un deciso potenziamento: «Lavoreremo molto con il web», spiega Vantaggi, «ma anche con informazioni reali e con quello che c’è già». Il cicloturista, però, ha bisogno di qualche attenzione in più e l’accoglienza dev’essere ben organizzata e mirata a quel tipo di clientela: «Si tratta di piccole accortezze, ma fondamentali», aggiunge il direttore della Dmo. «Nei grandi tour le tappe principali sono già segnate, ma è chiaro che bisogna essere “bike friendly” in linea con le necessità di questi turisti, come ad esempio mettere a disposizione lavatrice e asciugatrice, o la presa per la ricarica dell’e-bike».

Infine il Giro d’Italia in provincia: «Si sta lavorando anche per questo. Stiamo inoltre costruendo il progetto “Le salite della leggenda”, perché molti Giri d’Italia si sono decisi sulle tappe bellunesi. Non ci saranno solo i passi, ma anche tappe come Croce d’Aune, Cansiglio e Nevegal».

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