Cinquanta sacerdoti danno vita a un fondo per famiglie in crisi

Ogni religioso versa ogni mese il 5% del proprio reddito Oltre 1.700 bellunesi sono stati aiutati dalla Caritas
Di Paola Dall’anese
Agostini/Interpress.- Venezia, 16.01.2007.- Centro accoglienza "Betlemme" a Santa Croce 558, vicino a Piazzale Roma.- Nella foto: Il Sig. Bruno Bernardi, responsabile Osservatorio povertà Caritas Diocesano e Suor Rinalisa, coordinatrice centro d'ascolto Diocesano.- -
Agostini/Interpress.- Venezia, 16.01.2007.- Centro accoglienza "Betlemme" a Santa Croce 558, vicino a Piazzale Roma.- Nella foto: Il Sig. Bruno Bernardi, responsabile Osservatorio povertà Caritas Diocesano e Suor Rinalisa, coordinatrice centro d'ascolto Diocesano.- -

BELLUNO. Non c’è solo il fondo di solidarietà istituito dalla Caritas per aiutare le famiglie in crisi. Anche un nutrito gruppo di sacerdoti ha voluto dar vita a un’iniziativa simile. Si tratta di cinquanta religiosi della Diocesi Belluno-Feltre che devolvono ogni mese il 5% del loro reddito per interventi a favore di famiglie e single in situazioni di povertà, sempre sotto il coordinamento della Caritas. Il fondo è stato iniziato da monsignor Pietro Bez.

A questo si aggiunge anche l’azione delle parrocchie che si sono attivate, soprattutto per l’ascolto, l’accompagnamento e le scorte alimentari, promuovendo Centri di ascolto, la farmacia dell’Immacolata e il cesto della solidarietà. Iniziative pensate per sensibilizzare tutta la comunità all’attenzione verso chi fa più fatica ad arrivare alla fine del mese.

Negli ultimi cinque anni, però, è risultato fondamentale l’apporto giunto dal Fondo di solidarietà per le persone che hanno perso il lavoro, attivato il 1° luglio 2009 dalla Caritas: da allora 610 sono state le richieste esaminate e di queste ne sono state evase 425, vale a dire sono state aiutate 425 famiglie per un totale di 1.700 persone, alle quali sono stati erogati 682.517,92 euro.

Nell’assegnazione degli aiuti, come da regolamento, si è tenuto conto delle famiglie, italiane e straniere, regolarmente residenti sul territorio della diocesi di Belluno – Feltre, che si trovano in una situazione di disagio economico, dovuto alla perdita del posto di lavoro per la crisi. Per le situazioni di difficoltà che non sono state accolte tramite il fondo di solidarietà, si è ricorsi ad altre risorse derivanti da offerte e da iniziative della Caritas: in cinque anni, per queste situazioni sono stati erogati oltre 593 mila euro.

La Caritas, inoltre, ha incontrato 420 famiglie italiane (per oltre 1.600 passaggi) al centro di ascolto diocesano, e 586 famiglie immigrate (2.700 passaggi al centro di ascolto). «Questi dati non contengono però l’impegno diretto delle parrocchie, che è veramente prezioso», dicono dalla Diocesi, sottolineando che in «questi anni altri strumenti hanno visto la luce: dal microcredito ai fondi di solidarietà da parte di associazioni e cooperative che hanno posto al centro delle proprie attenzioni queste situazioni di fragilità».

Ma dal 2009 ad oggi sono aumentati anche i bisogni: «Sono diventati più profondi e hanno toccato diritti fondamentali, come lo studio, la salute, la casa e il lavoro: cioè la dignità delle persone», dicono dalla Diocesi. «Oltre all’aspetto economico, povertà (specie per gli italiani) è spesso sinonimo di sfiducia profonda verso il futuro, vergogna e depressione. A questo si aggiunge la frantumazione delle famiglie, che aggrava la situazione di bisogno, generando mamme sole con bambini e uomini soli, spesso allo sbando. E c’è poi la vera emergenza quella della casa, con l’aumento degli sfratti».

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