Cinquanta vip interrogati nell’indagine su Alfonsi

Cortina. La posizione del gioielliere si aggrava: dagli accertamenti bancari svolti la Procura e la Gdf hanno scoperto molte compravendite senza lo scontrino

CORTINA. Sono almeno cinquanta i vip già ascoltati dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’indagine su Luca Alfonsi. Indagato per evasione fiscale e dichiarazione infedele, il gioielliere ed ex assessore al commercio di Cortina è sotto la lente degli investigatori dall’estate del 2013, quando emerse la compravendita di quattro diamanti pagati in assegni ma senza l’emissione di alcun documento fiscale. Il valore dei diamanti, acquistati nel 2011 dal senatore bresciano del Pdl Riccardo Conti, era di un milione di euro, ma a quanto pare non erano gli unici soldi incassati senza uno scontrino perfettamente corrispondente.

Dal materiale sequestrato nelle proprietà di Alfonsi a Cortina e a Portofino nel giugno dello scorso anno, si è scoperto quello che il procuratore della Repubblica di Belluno Francesco Saverio Pavone definisce «un progetto rilevante di evasione fiscale». La Guardia di finanza è tornata indietro di cinque anni e ha esaminato i conti di Alfonsi, dove i pagamenti risultano evidenti, anche perché la maggior parte dei clienti ha saldato utilizzando assegni o depositi.

Grazie agli accertamenti bancari, gli investigatori hanno scoperto che gli scontrini emessi dal gioielliere non sempre corrispondono alle cifre incassate e questa differenza, spesso notevole, sarebbe emersa in numerose compravendite riconducibili ad almeno una cinquantina di clienti. Sono queste le persone ascoltate nell’ambito dell’indagine su Alfonsi, tutti nomi noti della politica, dell’imprenditoria e dello star system, in grado di potersi permettere gioielli esclusivi anche nel prezzo.

Sull’identità di questi clienti facoltosi la procura mantiene un assoluto riserbo, anche perché su di loro non pende alcuna accusa, nè rischiano di diventare indagati, visto che non hanno commesso reati. Inizialmente Alfonsi si era difeso, per il solo caso dei diamanti venduti a Conti, affermando che il senatore aveva dato in garanzia due assegni scoperti, liquidati con un bonifico solo diversi mesi dopo, ma con l’ipotesi di restituire i diamanti e rientrare nella disponibilità della cifra. L’ex assessore, quindi, avrebbe atteso di definire la questione, ma la procura ha ricordato che quello di emettere lo scontrino nel momento in cui la merce viene ceduta è un obbligo ben preciso.

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