Cinque mesi da incubo per l’edilizia

Tramontin (Confartigianato) traccia un quadro negativo: «Aziende senza lavoro in inverno, la ripresa non esiste»
Di Gianluca de Rosa

BELLUNO. «Altro che ripresa, le piccole imprese del bellunese nei primi due mesi del 2016 sono rimaste ferme al palo senza lavorare»: il grido d'allarme arriva dal presidente del settore edilizia di Confartigianato Imprese Belluno Paolo Tramontin che, nel commentare positivamente il decreto legislativo sul nuovo codice dei contratti d'appalto, invita tutti a non fidarsi della ventata d'ottimismo proveniente dal fronte nazionale.

«C'è qualcuno ai piani alti che vuole farci credere cose che non corrispondono alla realtà dei fatti», tuona Tramontin, «la tanto sbandierata crescita, infatti, sul territorio bellunese non c'è, anzi, regna un immobilismo molto preoccupante. Il lavoro è fermo, con le piccole e medie imprese che sono arrivate a cinque mesi consecutivi, tra vecchio e nuovo anno, di inattività. Anche i recenti dati della cassa edile non lasciano trasparire nulla di buono. Neanche le condizioni meteo favorevoli registrate negli ultimi tempi hanno aiutato le nostre imprese».

Nessuna visione positiva, dunque, anche se la battaglia della Confartigianato a favore delle imprese locali non ha subito contraccolpi: «Il nostro filo conduttore da anni è favorire l'assegnazione di appalti alle imprese locali. L'edilizia è il settore trainante della nostra economia, l'unico capace di smuovere un indotto che non ha eguali in nessun altro campo» prosegue Paolo Tramontin, «schierarci a favore delle cosiddette imprese a chilometro zero è la nostra mission da sempre ed è la stessa di Confindustria, che vanta gli stessi nostri principi».

Un segnale positivo, però, arriva dal nuovo codice dei contratti d'appalto, che apre spiragli importanti proprio alle piccole e medie imprese: «Siamo moderatamente soddisfatti, se non altro perché abbiamo visto accogliere alcune delle richieste che portiamo avanti con estrema convinzione da tempo», spiega Tramontin, che snocciola i punti salienti del nuovo decreto legislativo: «Il frazionamento degli appalti è un'apertura considerevole per le piccole imprese, finora sistematicamente fagocitate da quelle più grandi e dalle spalle grosse. Discorso simile riguarda l'introduzione del pagamento diretto da parte della pubblica amministrazione al subappaltatore, che anche in questo caso limita il raggio d'azione dei colossi del settore».

La grande vittoria, però, è rappresentata dalla cancellazione del cosiddetto massimo ribasso, «la bestia nera per eccellenza degli appalti in Italia», commenta il presidente del settore edilizia di Confartigianato Imprese Belluno, che torna a reclamare un ruolo importante per le imprese del territorio con un invito rivolto direttamente agli amministratori locali: «Bisogna dare spazio alle imprese del territorio al fine di incentivare il ritorno alla produttività, non ci sono altre vie d'uscita alla crisi che attanaglia il settore».

Tramontin conclude mostrando sul tema del nuovo provvedimento emanato un giudizio parziale, «visto che siamo solo nella fase preliminare. Il testo ha superato il primo importante passo, seguiranno i pareri del Consiglio di Stato, della conferenza unificata Stato-Regioni e delle commissioni parlamentari competenti. Il provvedimento dovrà poi tornare in Consiglio dei ministri che a sua volta dovrà approvarlo definitivamente entro il termine prefissato da Bruxelles, ovvero il 18 aprile. Dovrà trascorrere ancora del tempo prima che il nuovo codice possa essere applicato, per cui è presto per cantare vittoria».

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