Cinque pazienti a Feltre, due a Belluno

Sono attualmente cinque i pazienti ricoverati al Santa Maria del Prato con influenza H1N1 accertata tramite indagini microbiologiche e ematochimiche: tre ancora in rianimazione, uno in geriatria e uno in pneumologia. A Belluno sono invece due i ricoveri: un paziente è da alcuni giorni in rinazione, l’altro è ricoverato nel reparto malattie infettive.

FELTRE. Sono attualmente cinque i pazienti ricoverati al Santa Maria del Prato con influenza H1N1 accertata tramite indagini microbiologiche e ematochimiche: tre ancora in rianimazione, uno in geriatria e uno in pneumologia. A Belluno sono invece due i ricoveri: un paziente è da alcuni giorni in rinazione, l’altro è ricoverato nel reparto malattie infettive.

A Feltre con la paziente deceduta il numero di casi era salito a sei, in poco più di due settimane. Segno, questo, di una forte attenzione da parte dei reparti coinvolti nell'accettazione, primo fra tutti il pronto soccorso, e nel ricovero quanto a riconoscimento dei sintomi e a indirizzo nell'unità operativa più opportuna. Così nei reparti internistici, come geriatria e pneumologia, sono gestiti i casi critici di complicanza a un virus pesantissimo a livello di sintomi, che però non necessitano di intubazione o ventilazione forzata come avviene nelle unità intensive.

In una nota diramata ieri dalla direzione medica di ospedale, coordinata da Lorenzo Tognon, si rassicura circa il contagio all'esterno intendendo visitatori o pazienti in ricovero per problemi di tutt'altra natura. «Sui pazienti ricoverati sono attuate tutte le misure previste dai protocolli clinici per la prevenzione della diffusione dei contagi», si dice dall’Usl. «La direzione dell’ospedale monitora costantemente l’andamento dei ricoveri che in questo periodo dell’anno sono più numerosi a causa delle patologie stagionali anche non influenzali».

Al Santa Maria del Prato si è infatti assistito, nelle ultime tre settimane, ad un incremento di casi che riguardano soprattutto anziani, spesso in situazioni di scompenso per polipatologie aggravate da virosi o altro che con l'influenza stagionale non c'entrano nulla.

Nei reparti di area medica, soprattutto fra geriatria e pneumologia, c'è stata una “ridistribuzione” di malati, funzionale alla disponibilità di posti letto. E si pone sempre, forse più che in altri periodi, il problema del post-acuzie, cioè della dimissione del malato fragile che dovrebbe aver superato il fatto acuto. «È stata potenziata anche la collaborazione col distretto per le dimissioni protette con valutazione quotidiana dei casi per favorire la massima integrazione tra ospedale, strutture territoriali e assistenza domiciliare e assicurare ai pazienti la continuità delle cure», dice la direzione medica, spiegando che in pronto soccorso «non si è registrato un afflusso aumentato di pazienti per sindrome influenzale».

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