Cinquecento passaggi sulla cestovia riaperta in Marmolada
ROCCA PIETORE. Nonostante la nebbia, la pioggia, la neve e la grandine, la cestovia Fedaia Pian dei Fiacconi, riaperta ieri, dopo la chiusura estiva (2016) e la cessione da parte dei Graffer alla famiglia Mahlknecht di Ortisei, ha registrato circa mezzo migliaio di passaggi.
«Questo dimostra che c’è da vivere per tutti, se si collabora, senza farci la guerra dei confini», commenta da Venezia il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. «Sotterriamo, quindi, le asce, e chi ha di più cerchi di capire le ragioni di chi ha di meno, come la Val Pettorina che è costretta a pietire le condizioni della sopravvivenza».
Ed ecco che dalla Marmolada di parte trentina arriva la prima proposta in tal senso. «Si tratta di ripristinare un percorso per il fuoripista da sotto Cima 11», anticipa Marco Margoni, caposervizio di Funivie Fedaia Marmolada», alla pista che scende da Serauta e che sarebbe intercettata poco sopra passo Fedaia».
Margoni assicura che questa prospettiva, di immediata collaborazione, riconcilierebbe Canazei con Rocca Pietore, «dal momento che il tracciato è condiviso da entrambe le parti». Margoni, intanto, si gode il successo di ieri. Era il primo giorno di apertura dell’impianto, che resterà attivo, tutti i giorni, per l’intero mese di aprile e riaprirà a maggio, nei fine settimana, mentre l’avvio dell’estate sarà a metà giugno.
Soddisfattissimo anche Claudio Toldo al Rifugio Pian dei Fiacconi. «Abbiamo visto salire tanta gente con gli sci, altri con le pelli che si sono inoltrati verso Punta Rocca, altri ancora con il doposci. Qui, d’altra parte, la neve è naturale, come se ne trova ormai poca da altre parti».
Oggi chiudono gran parte degli impianti di Superski Dolomiti. Ne restano aperti alcuni a Falcade e a Cortina.
E resta aperto anche il palcoscenico della Marmolada. «Un autentico gioiello, che noi vogliamo valorizzare», hanno fatto sapere i Mahlknecht, ponendo anche una questione molto delicata: il ghiacciaio, verso valle, si sta drammaticamente sciogliendo e, quindi, ci sarebbe la necessità, anche in questo caso, di un impianto per la neve artificiale. Ma bisognerà fare i conti con gli ambientalisti, che il 9 aprile saliranno a Punta Rocca per protestare contro il pericolo di abusi.
«La Marmolada è la Regina delle Dolomiti e come tale il Veneto l'ha sempre promossa», sottolinea ancora Zaia. «C'è chi sta questionando sulla sua eredità, accampando la scusa del confine. Lo troviamo antistorico, dopo l’accordo raggiunto nel 2002. E lo troviamo anche anacronistico. Gli amici di Trento», chiede il Governatore, «sanno delle condizioni di estremo disagio in cui si trova la Val Pettorina, che non riesce nemmeno a trattenere la sua gente?».
Il presidente ribadisce ancora una volta che la Regione Veneto è in prima linea a difendere l’autonomia di Trento e di Bolzano, a condizione però - tiene a precisare - che siano assecondate le esigenze di autonomia dei veneti e in questo caso dei bellunesi. Altrimenti? «Altrimenti, se Trento e Bolzano non saranno collaborativi, è giocoforza che scoppi la guerra. E a quel punto saranno rimesse in discussione tutte le specialità e le autonomie».
Collaborare, condividere, non fare i primi della classe: queste le parole d’ordine che, per Zaia, devono valere sia relativamente alla Marmolada, che per la gestione dei grandi flussi di traffico sui passi dolomitici.
«Nella vita bisogna saper vincere, non sempre è saggio stravincere» conclude il governatore che in questo modo commenta, indirettamente, il no di Trento al collegamento tra Serauta e Sass del Mul, un investimento da 6 milioni di euro.
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