Cinquemila visitatori per un’agricoltura no Ogm e sostenibile

La rassegna proposta dal gruppo Coltivare Condividendo si conferma la prima in Italia in tema di biodiversità

FELTRE. Si mostra, si scambia, si danno informazioni, si compra e si vende. Tutto nel segno della biodiversità e della lotta agli Ogm. “Chiamata a raccolto” ha fatto il pieno, un successo che ha superato ogni attesa quanto a presenze e che ha confermato la manifestazione organizzata al Foro Boario come la più partecipata in Italia. A fine giornata Tiziano Fantinel, uno dei coordinatori del gruppo Coltivare condividendo, è stanco ma soddisfatto: «Ci sono stati cinquemila visitatori, numeri incredibili per un appuntamento nato appena cinque anni fa». Il biologico, inteso come agricoltura sostenibile, rifiuto delle monocoltura, tutela delle biodiversità e scambio di esperienze e informazioni non è più un settore di nicchia. Sarà la crisi economica, sarà che la gente sta riscoprendo il gusto di produrre in proprio ciò che consuma in famiglia, ma i 25 espositori all'interno del bocciodromo del Foro Boario sono stati letteralmente presi d'assalto fin da metà mattina e fino all'imbrunire quando la rassegna ha chiuso i battenti. Perché è bello coltivare da sé, meglio ancora se ciò che si mangia è garantito dal punto di vista della genuinità.

Ciò che è emerso ieri è un universo composito di piccole realtà, sempre più numerose, che stanno facendo rete tra loro per difendere la libertà delle conservazione delle sementi a fronte di una legislazione dell'Unione europea e anche italiana che tenta di conformare le coltivazioni soggiogandole così ai meccanismi delle multinazionali. E la scarsità di mezzi con cui “Chiamata a raccolto” è stata organizzata è la dimostrazione di come le vere relazioni tra persone possano costruire un successo addirittura insperato a livello di partecipazione.

Oltre alle 25 realtà per lo scambio dei semi, nel bocciodromo, ce n'erano un'altra decina prote a spiegare come avviare coltivazioni sui pesticidi utilizzati in agricoltura mentre all'esterno è stato attivato un mercatino dove tra scambio, baratto e compravendite, erano presenti una trentina di espositori coordinati dal gruppo Magazzini Prensili di Pren.

Un pubblico di addetti ai lavori certamente, al quale si aggiunge di anno in anno un sempre maggior numero di persone che vogliono avvicinarsi a questo tipo di coltivazioni o che più semplicemente cercano informazioni per fare degli acquisti di frutta e verdura in modo consapevole. Ieri era rappresentata buona parte dell'Italia del centro nord, nonché alcune nazioni straniere come Austria e Bosnia. «Per noi sono grandi soddisfazioni», dice Tiziano Fantinel, «e in un momento in cui le banche delle sementi sono messe in ginocchio dalla mancanza di aiuti, noi siamo diventati un punto di riferimento per chi desidera fare autoproduzione. In provincia di Belluno ci sono enormi potenzialità, si fa una selezione delle sementi garantendo colture di qualità. Con le associazioni di categoria non c'è dialogo per vari motivi. Noi non siano nemmeno un'associazione, quindi, di fatto, per loro non esistiamo. E poi», conclude Fantinel, «noi crediamo in un fronte di tante piccole aziende che interagiscono tra loro per un'agricoltura lontana dai meccanismi che cercano di imporre dall'alto».

Roberto Curto

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