Cipollotti: «Segnato più di ogni altra cosa dai fatti di Rio Gere»
Giaccone nero e borsa a tracollo. Il primario del Suem Giovanni Cipollotti arriva a Lorenzago con largo anticipo rispetto all’orario previsto per i funerali di Costola, il suo predecessore nel ruolo che riveste dal 2010: «Il legame con Angelo è iniziato negli anni ottanta ed è proseguito fino al suo pensionamento, sempre a stretto contatto. Ho preso con grande onore il suo testimone, ma soprattutto ho ereditato una struttura perfettamente funzionante per merito esclusivamente suo. Uomo di una tenacia incredibile, sempre sorridente e carico; queste montagne erano la sua seconda casa». Lo stesso Cipollotti racconta un aneddoto mentre sul suo volto si manifesta un velo di profonda tristezza: «Oltre alla grande passione per la montagna, professionalmente ho condiviso con Costola tante esperienza felici e meno felici, gioie e dolori; ma solo in una occasione l’ho visto profondamente colpito, direi svuotato. Una settimana dopo la tragedia di Rio Gere, nel 2009, ci incontrammo e quasi non lo riconobbi. Fu in quell’occasione che mi manifestò la sua intenzione di mollare tutto, di andare in pensione. Era profondamente turbato e temo che quell’episodio così tragico lo segnò in maniera indelebile per il resto della sua vita, forse più della stessa malattia». A proposito del Suem 118, l’intenzione è quella di intitolare a breve la base dell’elisoccorso proprio all’ex primario. (dierre)
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