Cipra: «Sì alle Olimpiadi sulle Dolomiti»

BELLUNO. Sorpresa: gli ambientalisti dicono di sì alle Olimpiadi 2026 sulle Dolomiti. Meglio ancora se saranno senza confini, dal Veneto a Trento e fino a Bolzano. La Cipra, la confederazione che in Italia e in Europa raggruppa centinaia di associazioni di salvaguardia dell’ambiente, si prepara a diffondere un documento che riconosce la compatibilità dei giochi ambientali ai piedi delle montagne più belle al mondo, a patto che siano rispettate tre condizioni: nessun impianto nuovo ma riqualificazione e ristrutturazione di quelli già esistenti; l’eventuale villaggio olimpico con destinazione sociale; il massimo coinvolgimento partecipativo, a differenza di quanto avvenuto con Cortina 2021.
A coordinare la preparazione dell’atteso documento è stato incaricato Luigi Casanova, esponente di Mountain Wilderness, oltre che portavoce della Cipra. «Gli ambientalisti non sono contrari a priori ai Giochi Olimpici, ma nel caso dell’auspicata candidatura di Veneto e Trentino Alto Adige fanno propria la posizione di Arno Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano – afferma Casanova –. Kompatscher non ha detto di no ai Giochi, ha affermato invece che le Olimpiadi devono essere a costo ambientale zero e che un’eventuale candidatura va prima verificata a questo livello».
Casanova conosce le Province di Trento, Belluno e Bolzano come le proprie tasche. «Da una prima verifica non occorre costruire nessun impianto nuovo: ci sono piste in abbondanza, stadi del ghiaccio, aree d’avanguardia per il biathlon. Probabilmente l’unica che manca è la pista per il bob; a Cortina, però, esiste già un tracciato da poter recuperare». Nessuna prospettiva di cementificazione, dunque, all’orizzonte dei Giochi dolomitici. Manca, è vero, il villaggio olimpico. Manca pure il centro stampa. Neppure su questo punto, però, gli ambientalisti palesano la loro contrarietà. «Il complesso da edificare, se troverà una precisa destinazione sociale, non riceverà opposizione di sorta da parte nostra – puntualizza Casanova –. Ovviamente dovrà essere di dimensioni compatibili con il contesto in cui si inserisce».
Quando l’ambientalista parla di destinazione sociale intende dire che l’impianto dovrà essere utilizzato, dopo il servizio olimpico, esclusivamente per la residenzialità del territorio. «La montagna è in condizioni di progressivo spopolamento. Questa, pertanto, potrebbe essere l’opportunità tanto cercata per garantire una casa a chi non può permettersela».
Gli ambientalisti, però, pongono una condizione politica decisiva. In questi anni hanno contestato la gestione di Cortina 2021, spiegando che l’organizzazione dei Mondiali di sci, anziché aprirsi al territorio, e in particolare coinvolgere le forze ambientaliste, si è chiusa in un fortino, divenuto inaccessibile. «Ripetutamente noi abbiamo chiesto di poter conferire con la Fondazione e gli altri soggetti preposti – afferma Casanova –. Abbiamo dato la nostra disponibilità a discutere di tutto. Abbiamo sollecitato confronti e non ci è mai stata data una risposta. A suo tempo abbiamo valutato positivamente l’idea della Carta di Cortina, ma la sua concretizzazione si è rivelata un fallimento: in quel contenitore non c’è nessun contenuto».
Se per la costruzione della candidatura delle Olimpiadi invernali 2026 sarà seguita la stessa metodologia di Cortina 2021, gli ambientalisti che si riconoscono in Cipra ed in Mountain Wilderness annunciano anche che passeranno allo “scontro”. «Se non saremo coinvolti, nulla lasceremo passare, allo stesso modo con cui stiamo creando difficoltà ai cantieri di Cortina 2021 che, appunto, ci hanno visto assenti perché non coinvolti».
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