Cisl in piazza a Belluno: "Questa manovra è ingiusta e iniqua"
La Cisl è scesa in piazza a Belluno per protestare contro il provvedimento varato dal Governo. Il sindacato chiede che venga istituito un osservatorio sui costi della politica. "Devono essere chiari i compensi degli amministratore"
BELLUNO.
Per una manovra finanziaria più equa, che vada a colpire non solo le famiglie, i lavoratori e i pensionati, ma che ripartisca i tagli anche su quel ceto politico che gode di privilegi oggi non più accettabili. Ieri la Cisl è scesa in piazza per manifestare la sua contrarietà nei confronti di una manovra che la segretaria provinciale Anna Orsini ha definito «critica, iniqua e ingiusta». I rappresentanti sindacali sono stati ricevuti dal Prefetto Simonetti.
Al Prefetto è stato consegnato un documento, nel quale la Cisl chiede che venga istituito un osservatorio sui costi della politica. «Devono essere chiari i compensi degli amministratori, ma anche di chi dirige le società municipalizzate», ha spiegato la Orsini. «Il nostro spirito non è quello dell'anti politica, piuttosto vogliamo una politica seria, che faccia il bene del paese nel suo complesso». Inoltre la Cisl chiede ai Comuni di sottoscrivere il protocollo siglato tra l'Anci e l'Agenzia delle entrate sulla lotta all'evasione fiscale.
Prima di tutto, però, va ristabilita l'equità: «Questa manovra non va bene perchè va a colpire soprattutto la parte più debole della popolazione», ha continuato la Orsini. «Non è pensabile che si eliminino le agevolazioni alle famiglie, agli anziani, ai lavoratori dipendenti, mentre non vengono eliminati gli sprechi della politica».
Il primo passo che la politica può fare, secondo la Orsini, è quello di «ridurre gli stipendi e i benefit di consiglieri regionali e parlamentari. Solo così si può dare l'idea che tutti debbano rinunciare a qualcosa con questa manovra». Inoltre vanno toccate «le rendite prima delle pensioni» e va «ripensato il livello istituzionale di questa Italia, oggi troppo articolato e con costi troppo elevati da sopportare».
Per la segretaria provinciale «si può pensare ad un'operazione sulle Province (per eliminarle, ndr), ma avendo comunque un'attenzione nei confronti delle specificità. La nostra è una Provincia unica nel suo genere, perchè di confine e stretta tra due territori a statuto speciale». Quindi la sua utilità non si mette in discussione.
Più complesso invece il ragionamento sui Comuni, per i quali servirebbe
«l'accorpamento dei servizi, per aumentarli e ottimizzare le risorse e le professionalità. Il rischio, altrimenti, è di continuare ad avere tanti Comuni, ma con pochi servizi per i cittadini». C'è stato anche il modo di toccare l'argomento sanità, «il cui costo in montagna è più alto e ci deve essere riconosciuto», e la problematica della scuola.
Quello che preoccupa la Cisl, e che l'ha indotta a scendere ieri in piazza, sono le ripercussioni che questa manovra avrà per i cittadini bellunesi, a tutti i livelli. Edi Beniamino Toigo, della Filca Cisl, allarga il discorso: «Il taglio negli investimenti per le infrastrutture penalizzerà la nostra provincia», ha spiegato. «Abbiamo delle strade che hanno grande bisogno di manutenzioni, se vogliamo che la gente resti a vivere in montagna». Non sta meglio il settore dell'edilizia privata, che è «in ginocchio, perchè moltissime case costruite qualche anno fa non trovano una ricollocazione sul mercato, visto che stanno venendo avanti i criteri della bio edilizia».
I rappresentanti sindacali sono stati ricevuti dal Prefetto Maria Laura Simonetti, che ha preso atto delle richieste e ha assicurato che «il documento verrà trasmesso al Governo». Il documento che è stato consegnato è il primo passo di un percorso che proseguirà coinvolgendo anche i parlamentari bellunesi nella battaglia per una manovra più equa.
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