Cisterne per l’acqua per fronteggiare i periodi di siccità
FELTRE. Dagli scavi per bonificare le vecchie cisterne che contenevano il combustibile che alimentava la centrale termica ormai dismessa, ecco la soluzione per sfruttare quegli spazi e preservare l’ospedale da futuri possibili casi di siccità. Si tratta di vasche prefabbricate in calcestruzzo che saranno posizionate in quello che prima era il parco serbatoi.
La decisione di provvedere alla posa di grandi contenitori per l’acqua potabile, tali da poter far fronte a un’eventuale emergenza idrica, è stata assunta dalla dirigenza dell’Usl Dolomiti, quando, durante i sopralluoghi dell’ufficio tecnico nel corso dei lavori per la bonifica ambientale dell’area dove erano state notate consistenti tracce di idrocarburi, è venuta fuori la sorpresa: con l’avanzare dei lavori di bonifica e con la rimozione del parco serbatoi della ex centrale termica, si è riscontrato che il volume di scavo liberato risultava ottimale (sia per le dimensioni, sia per la presenza di un solettone in calcestruzzo sul fondo) per la realizzazione di vasche per l’accumulo di acqua potabile. Vasche di cui il Santa Maria del Prato risultava privo. La vicinanza alla centrale idrica dell’ospedale è il terzo elemento favorevole a questa operazione.
L’ospedale di Feltre, come detto, è attualmente privo di un serbatoio capiente per l’acqua potabile. E nel corso dell’ultimo inverno, che è stato particolarmente siccitoso, il problema è diventato di attualità, tanto da indurre la dirigenza sanitaria a considerarne l’eventuale costruzione.
Lo scavo consente anche il posizionamento dei serbatoi di combustibile necessari per alimentare i gruppi elettrogeni e per fornire l’energia di sicurezza delle caldaie della nuova centrale termica, oggi provvisoriamente collocati all’esterno. Per questo intervento è stato incaricato il professionista Andrea Zuglian e l’azienda ha la possibilità di accedere a finanziamenti mirati. Anche perché, a pesare dal punto di vista finanziario sulla casse dell’Usl, c’è già stato il lavoro di somma urgenza per bonifica e rimozione dei serbatoi, che si è posto lo scorso febbraio, e che ha inciso per 245 mila euro.
Uno sversamento di idrocarburi pesanti aveva coinvolto l’area ospedaliera in prossimità della nuova centrale termica, quando si sono completati i lavori per la struttura. Cosa che ha indotto la dirigenza strategica a intervenire con carattere di somma urgenza e di affidare a tempo record i lavori a una ditta specializzata per la bonifica del terreno inquinato, con smaltimento del rifiuto liquido inquinante. Fra serbatoi rimossi e terreno, si sono raccolte e portate via trentacinque tonnellate di materiale.
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