“Cittadella della sicurezza” in cinque anni

La promessa del direttore generale dell’Agenzia del demanio: «Nel 2018 partiranno i lavori, tutto pronto in 36 mesi»
Di Paola Dall’anese
gian paolo perona- perona- belluno- caserma fantuzzi
gian paolo perona- perona- belluno- caserma fantuzzi

BELLUNO. Costerà 30 milioni di euro l’opera di ristrutturazione e “rigenerazione” dell’ex caserma Fantuzzi. I lavori dovrebbero partire nel 2018 e durare circa tre anni (come tre anni durano i lavori per la sua costruzione 1886-1889). Con questi ottimistici pronostici, nascerà a Belluno la “Cittadella della sicurezza”: la Fantuzzi, infatti, accoglierà tutte le amministrazioni pubbliche che si occupano di presidio e tutela del territorio, dalla Prefettura alla Polizia di Stato, dalla Polizia locale al Corpo forestale dello Stato, fino alla Guardia di finanza. Resta incerta, per ora, la collocazione del comando provinciale dei Carabinieri. Un’operazione che darà nuovo impulso all’economia provinciale, visti gli interventi che dovranno essere eseguiti nella struttura.

Ieri pomeriggio, in Prefettura, è stato presentato ai sindaci, alle autorità militari e alle associazioni produttive il progetto del “Federal building” da parte del direttore generale dell’Agenzia del demanio Roberto Reggi, accompagnato dal collega regionale Vincenzo Capobianco. Al termine dell’incontro c’è stata la visita all’ex caserma.

«L’Agenzia del demanio», ha annunciato Reggi, «metterà i primi 250 mila euro necessari per realizzare lo studio di fattibilità propedeutico al progetto preliminare. Lo studio sarà eseguito in tempi rapidi, così da poter avere già nel 2017 il progetto esecutivo e dare il via agli appalti e quindi all’intervento già dal 2018. Poi ci vorranno circa due anni e mezzo per completare l’opera», ha detto.

Il direttore generale dell’Agenzia del demanio ha precisato che le risorse verranno in parte reperite dai risparmi degli affitti che ad oggi vengono pagati per queste strutture in provincia di Belluno; a questi si aggiungeranno finanziamenti erogati dallo Stato tramite i “distretti urbani degradati”, fondi del ministero dell’Economia e contributi europei.

Lo scopo è quello di riunire in un’unica sede enti ora dislocati in dodici diversi edifici pubblici e privati, questi ultimi in locazione. «Proprio la riduzione dei costi di locazione è tra gli obiettivi del complesso progetto», ha spiegato Reggi, «che consentirà di risparmiare a regime 634 mila euro l’anno. Sarà, inoltre, possibile ottenere ulteriori risparmi di spesa pubblica grazie alla riqualificazione dell’ex caserma secondo i più elevati standard di efficienza energetica - in linea con gli obiettivi di “energia quasi zero” delle recenti normative - e grazie alla realizzazione di spazi funzionali condivisi dalle diverse amministrazioni, che potranno così operare con maggiore efficienza logistica e gestionale ed elevare i propri standard di servizio». «Il progetto», prosegue, «consentirà soprattutto di recuperare un importante bene pubblico, tutelandone, al tempo stesso, l’interesse storico e architettonico». Inoltre, «il progetto coinvolge anche la sede dei Carabinieri che, dopo il trasferimento della Polizia e del Corpo forestale nella Fantuzzi, potranno chiudere l’attuale contratto di affitto e trasferirsi nei due immobili dello Stato che si renderanno così disponibili in uso gratuito».

Lo studio di fattibilità raccoglierà tutte le indicazioni espresse dai singoli enti e terrà in considerazione quel piano realizzato alcuni anni fa - 17 milioni di euro la spesa preventivata - che prevedeva la sistemazione di una parte dell’ex caserma Fantuzzi. «Importante sarà anche l’impatto lavorativo dell’operazione», ha concluso il direttore generale, «serviranno progettisti e tutte quelle maestranze che materialmente interverranno nella ristrutturazione. Inevitabile il rilancio dell’economia con risvolti nel contesto sociale. Abbiamo davanti un periodo di grande opportunità e l’Agenzia del demanio è a disposizione delle amministrazioni per fare da regista di un’operazione che potrebbe diventare un modello da esportare altrove in Italia».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi