Cittadinanza onoraria a 26 bimbi
BELLUNO. Si chiamano Alexander, Rhyan, Sofia. Le loro origini sono in Africa, nell'est Europa, in Asia. Ma sono bellunesi. Sono cittadini italiani onorari ventisei bambini figli di immigrati ma nati a Belluno lo scorso anno. Rappresentano il dieci per cento dei piccoli venuti alla luce nel 2014 nel capoluogo, e ieri mattina al teatro comunale è stato consegnato loro un riconoscimento simbolico ma significativo: quello della cittadinanza onoraria. Sono stati gli stessi bambini, italiani a tutti gli effetti (anche normativi) a suggerire al sindaco di organizzare un'iniziativa di questo genere.
«Un gruppo di studenti delle elementari mi aveva scritto l'anno scorso chiedendomi come mai i loro compagni di classe, pur parlando italiano, andando a scuola, frequentando gli stessi ambienti sportivi e sociali, non fossero considerati italiani», ricorda Massaro. I bambini non possono sapere che in Italia vige ancora lo “ius sanguinis”, ovvero i figli ricevono la cittadinanza dei genitori nel momento in cui vengono al mondo. Non importa dove nascono.
Numerosi Comuni in tutto il Paese hanno deciso di gettare il germe del cambiamento introducendo il conferimento della cittadinanza onoraria ai bambini che nascono in Italia da genitori stranieri ma che risiedono stabilmente nel nostro Paese. Belluno è uno di questi. Il gesto è puramente simbolico, non ha valore legale, ma testimonia la volontà di guardare al futuro con occhi diversi.
La cerimonia si è svolta ieri al teatro Comunale, ed è stata la prima iniziativa della settimana che conclude il progetto “La Belluno dei bambini e dei ragazzi”.
«Un progetto che consente ai bambini, attraverso laboratori e giochi, di conoscere la città, di vivere la comunità e di cominciare a capire quali diritti hanno ma anche quali doveri», continua il sindaco Massaro, ieri sul palco insieme all'assessore Valentina Tomasi.
«Dentro questo progetto sta alla perfezione il conferimento della cittadinanza onoraria ai bambini figli di immigrati ma nati in Italia, anche perché l'esigenza del riconoscimento viene dai bambini italiani. Per noi questi neonati, anche se hanno genitori stranieri, sono bellunesi».
E la loro presenza, inoltre, consente di pareggiare il saldo naturale: è grazie ai figli degli immigrati se la natalità non precipita anche a Belluno, insomma (ben il 10 per cento dei nati nel 2014 ha genitori stranieri).
«E grazie a questi bambini raggiungiamo i numeri minimi per tenere aperte alcune scuole», puntualizza il sindaco. Il quale ieri ha ringraziato tutti i soggetti che hanno contribuito all'organizzazione de “La Belluno dei bambini e dei ragazzi”, che sta vivendo la sua settimana conclusiva.
Il calendario degli appuntamenti della manifestazione prosegue fino a sabato, con iniziative in teatro, nel giardino delle scuole Gabelli e in piazza dei Martiri. Tutto il programma è a disposizione sul sito del Comune.
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