Cittadini-sentinella, si parte in 5 Comuni
BELLUNO. Gli occhi e le orecchie dei cittadini messi a disposizione delle forze dell’ordine e della stessa comunità nell’ottica della sicurezza e una maggiore coesione sociale. Approda nel Bellunese l’esperienza del controllo di vicinato, già avviata in diversi angoli del Veneto. A fare da apripista, i Comuni di Belluno, Ponte nelle Alpi, Alpago, Chies e Tambre che ieri hanno firmato il protocollo d’intesa (dopo il nulla osta del Viminale) assieme al Prefetto Francesco Esposito ed ai vertici provinciali di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Corpo Forestale. Il progetto coinvolgerà potenzialmente nella prima fase quasi 55 mila cittadini nei cinque Comuni: ognuno, infatti, potrà contribuire al controllo di vicinato. Il protocollo potrà essere replicato in altri Comuni.
Cittadini sentinelle. Il territorio dei cinque Comuni è già diviso in frazioni (52 a Belluno, 21 a Ponte nelle Alpi e 50 nella Conca dell’Alpago). Saranno queste le cellule su cui si fonderà il controllo di vicinato. In ciascuna frazione (ma non è escluso che possano esserci delle ulteriori suddivisioni) verrà individuato un coordinatore che sarà chiamato a raccogliere e filtrare le segnalazioni provenienti dai residenti ed a trasmetterle alle forze dell’ordine. Segnalazioni, ha sottolineato il Prefetto Esposito, relative non solo ad auto o persone sospette, ma anche di fenomeni di degrado (danneggiamenti, writers...), situazioni di disagio sociale e dei cosiddetti “fattori di rischio ambientale”, ad esempio il lampione che non funziona e potrebbe rappresentare un vantaggio per i malviventi. Il coordinatore dovrà seguire un percorso di formazione promosso dalla Prefettura e tenuto dalle forze dell’ordine. Le comunicazioni all’interno di ciascun gruppo potranno avvenire con i metodi più comodi, compreso WhatsApp, come ha chiarito Esposito, «così da creare un circuito chiuso di scambio di informazioni senza che le stesse siano rese pubbliche, vanificando l’attività investigativa». Il riferimento è soprattutto ai gruppi di segnalazione su Facebook.
Tempi e metodi. A Belluno le prime frazioni a partire con il controllo di vicinato, come ha spiegato il sindaco Jacopo Massaro, saranno Caleipo, Faverga, Salce, Bolzano Bellunese e Castoi, dove già ci sono gruppi strutturati. Per Borgo Prà e Borgo Pieve, dove pure esistono i comitati cittadini, il progetto dovrà essere adattato al contesto urbano. Più semplice la fase preparatoria a Ponte nelle Alpi, dove i 21 capifrazione sono già stati coinvolti dall’amministrazione, ed in Alpago e a Chies dove sono attive le consulte frazionali. Tambre, invece, dovrà organizzare il territorio per zone. Ciascuna area dove sarà attivo il controllo di vicinato sarà riconoscibile da cartelli gialli e bianchi. La costituzione dei gruppi dovrà essere comunicata alla polizia locale. Le segnalazioni trasmesse alle forze dell’ordine saranno mappate dalla Prefettura per conoscere meglio il territorio. Non rientrano nel controllo di vicinato le richieste di pronto intervento che vanno inoltrate a 112 e 113.
«Iniziativa nata dal basso». «Il protocollo definisce le linee guida per valorizzare la collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine che in alcuni casi, vedi in Alpago, si è già manifestata quale esempio di senso civico e cittadinanza attiva. Vuole essere una iniziativa che nasce dal basso. Non chiediamo assolutamente atti di eroismo da parte dei cittadini, né ronde o pattugliamenti»: lo ha detto il Prefetto, ricordando come «È necessario fare attenzione a quello che avviene nell’abitato soprattutto nei momenti totale tranquillità, quando invece si annida la maggiore insidia».
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