Civetta, saranno chiusi i sentieri verso il Vazzoler

Dopo il crollo di sabato ieri alcuni voli di ricognizione Furlan: «Un distacco molto grande, ma naturale»
Una frana di grandi dimensioni si è staccata attorno alle 15.20 dal versante nord ovest della Civetta. ANSA /Soccorso Alpino e Speleologico Veneto +++ EDITORIAL USE ONLY +++ NO SALE NO ARCHIVE
Una frana di grandi dimensioni si è staccata attorno alle 15.20 dal versante nord ovest della Civetta. ANSA /Soccorso Alpino e Speleologico Veneto +++ EDITORIAL USE ONLY +++ NO SALE NO ARCHIVE

ALLEGHE. Saranno chiusi nei prossimi giorni, in via precauzionale, il sentiero 560 che dal rifugio Tissi porta al Vazzoler e il 555 che dalla Capanna Trieste porta sempre al rifugio Vazzoler. È quanto annuncia il vice comandante del Corpo forestale di Belluno, Isidoro Furlan dopo il giro di ricognizione di ieri mattina sul monte Civetta.

Saranno i sindaci dei comuni di Alleghe e di Taibon a emanare l’ordinanza di chiusura. «Si tratta di un provvedimento cautelativo che durerà una ventina di giorni, il tempo necessario per far assestare la parete dopo il collasso di sabato. Anche se penso che non ci saranno altre cadute, perché a differenza di quanto è accaduto qualche tempo fa per il Sorapiss, qui la frana si è staccata in maniera più “cruenta” e definita», spiega Furlan.

Il vice comandante dei forestali ieri è salito in quota con l’elicottero del Corpo, per visionare da vicino quella ferita sulla parete destra della Cima Su Alto.

Due i voli: uno con a bordo Furlan e l’altro con i tecnici del soccorso alpino, mentre una pattuglia delle guardie forestali è salita a piedi. L’operazione è durata dalle 9 fino alle 11.30. «La priorità era verificare che non ci fossero vittime del distacco, e da quanto abbiamo potuto vedere possiamo scartare questa ipotesi, anche se la sicurezza non c’è mai. Abbiamo scattato diverse fotografie del distacco che nei prossimi giorni analizzerò per capire l’entità della frana, anche se credo che quei 50mila metri cubi ipotizzati in un primo momento dovranno essere rivisti in aumento. Si tratta, infatti, di un distacco importante». Il vice comandante, inoltre, annuncia che il materiale sarà recapitato al professor Marco Dubbini, docente di geografia all’università di Bologna, «lo stesso che ha studiato il Sorapiss», precisa Furlan che spiega: «Quanto accaduto sulla Civetta è un crollo naturale, di tipo evolutivo su un terreno calcareo tipico della roccia dolomia. Crolli di questo tipo sono successi e succederanno sempre». Tra l’altro «è ceduto lo zoccolo e da qui c’è stato il distacco dello sperone che dal basso è arrivato fino alla cima, cadendo su un letto sottostante costituitosi nel tempo per precedenti crolli. Si tratta di una ferita stretta in cima che si allarga in basso ed è molto alta». La zona resterà monitorata dalla stazione dei Forestali.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:franacivetta

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi