Clamoroso, Roccon entra in consiglio

La Corte d’Appello ribalta le proiezioni della Regione e lascia fuori Alessandra Buzzo. Confermato il seggio di Bottacin
Di Valentina Voi

BELLUNO. Lotteria, roulette o domino. Si sprecano le metafore per descrivere una legge elettorale che, fino all’ultimo, ha portato sorprese e colpi di scena sullo scacchiere politico veneto. Ieri un nuovo capitolo della saga elettorale: Franco Roccon, candidato nella lista Indipendenza noi Veneto con Zaia, entra in consiglio regionale al posto di Alessandra Buzzo di Veneto Civico. Confermata l’elezione di Gianpaolo Bottacin, della lista Zaia Presidente.

Una decisione messa nero su bianco prima dalla Corte d’Appello e poi dalla Regione Veneto e che ha ribaltato le proiezioni che circolavano fino a poche ore prima. Era stata proprio la Regione a diffondere la composizione ufficiosa del consiglio regionale di cui faceva parte anche Alessandra Buzzo ma la Corte d’Appello ha interpretato diversamente la legge elettorale assegnando il seggio a Roccon.

Tutto nasce dai ricorsi presentati dalla lista Indipendenza noi Veneto con Zaia, con la quale era candidato Roccon, che aveva presentato un documento al tribunale per chiedere chiarezza sul meccanismo di assegnazione dei seggi. E la stessa cosa era stata fatta anche da candidati di altre liste rimasti esclusi dal consiglio regionale nelle altre province venete. La composizione del consiglio, infatti, deve tenere conto sia dei risultati elettorali complessivi (che vedono la vittoria di Luca Zaia e, insieme a lui, l’assegnazione alle liste che lo hanno sostenuto di un numero proporzionale di seggi), sia della distibuzione territoriale dei consiglieri (a Belluno ne spettano due).

Se qualcosa cambia a Padova, ne risente anche Belluno. Ecco perché per molti questa legge elettorale è un domino. Ma, vista l’imprevedibilità dei risultati, in tanti la vedono come una lotteria dalla quale sono rimasti esclusi alcuni tra i candidati più votati, come Sergio Reolon che ha raccolto oltre 2.700 preferenze. Franco Roccon ne conta 305.

«Il seggio è andato a Indipendenza noi Veneto perché a Belluno ha avuto i risultati migliori rispetto al resto del Veneto» spiega Roccon, che si dice pronto a rappresentare i bellunesi in consiglio regionale. «Prima di tutto sono indipendentista» commenta, «e punto al referendum. Ma sarò attento anche alle necessità della provincia, in primis la viabilità». Una nomina, quella dell’ex presidente di Bim Gsp, che ha fatto molto discutere. «Rappresento i bellunesi» taglia corto il neo-consigliere, «se mi sono rimesso in gioco è perché ho qualcosa da dire e gli elettori l’hanno capito».

«Questa legge elettorale ha dei difetti» è lo stringato commento di Gianpaolo Bottacin, consigliere e potenziale assessore. I rapporti tra i due si limitano ad una causa in tribunale per la vicenda Bim Gsp e Bottacin preferisce soffermarsi sulla complessità del meccanismo elettorale. Le sorprese potrebbero non essere finite, e non solo perché se Bottacin diventasse assessore potrebbe rinunciare al suo posto in consiglio regionale lasciando il posto a Samuele Pianon (oppure potrebbe mantenere entrambe le cariche) ma anche perché si profilano già nuovi ricorsi all’orizzonte: dall’esclusa Alessandra Buzzo all’uscente Matteo Toscani, la roulette non si è ancora fermata.

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