Clandestino al lavoro, condannata la titolare

L'Ispettorato del lavoro in azione in un laboratorio di astucci per occhiali. L’imprenditrice che lo ospitava in casa sua ha preso 15 mesi e 6 mila euro di multa

ALANO DI PIAVE. Clandestino in Italia. Ospite a casa della datrice di lavoro. Zhang Hujuan gestiva un laboratorio di astucci per occhiali ad Alano di Piave ed è stata condannata a un anno e tre mesi di reclusione e 6 mila euro di multa. Il giudice Coniglio è andata oltre la richiesta del pm Rossi, che si era fermata a dieci mesi e 5 mila euro.

L’imprenditrice era a processo per violazione dell’articolo 12 comma 5 del testo unico sull’immigrazione: il favoreggiamento di un lavorarore senza il regolare permesso di soggiorno. Il processo nasce nel 2011, quando l’Ispettorato del lavoro va a fare un normale controllo in questa fabbrica. Durante la verifica dei documenti, si scopre che un lavoratore sta operando addirittura senza un regolare permesso di soggiorno. È un clandestino, che risulterà ospite di Zhang, la sua principale. L’uomo cerca anche di svignarsela, quando capisce che non dovrebbe essere lì, ma verrà rintracciato dai carabinieri e portato in caserma per gli accertamenti. Non si chiama nemmeno come dice e sulla sua schiena pesa un decreto di espulsione.

L’ispettrice del lavoro sentita ieri l’ha visto operare, accanto a un macchinario per la confezione degli astucci. Nel capannone, c’erano altre cinque persone e anche queste senza un regolare contratto di lavoro. Nessun assunto e per questo l’imputata ha pagato la sanzione. Il processo prevedeva anche l’audizione di una testimone cinese, che non si è vista di nuovo. A maggio aveva fatto sapere che sarebbe tornata in Italia a novembre e ieri è spuntato un biglietto aereo per il 6 gennaio. Il giudice si è sentita presa in giro e ha revocato il teste dall’ammissione. In questa situazione, dopo aver chiesto un breve rinvio il difensore Mariangela Sommacal non aveva molte speranze di avere una sentenza di assoluzione. (g.s.)

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