Class action a Pedavena contro il rigatore seriale
PEDAVENA. Una class action contro il rigatore seriale di macchine in sosta tra Pedavena e Feltre. Una cinquantina di persone che hanno subito danni alle proprie auto tra febbraio e marzo, ritrovandosele strisciate, hanno intenzione di intraprendere un'azione collettiva in vista dell'avvio del processo a carico di Umberto De Col, il quarantacinquenne bresciano accusato di essere il colpevole. Quante saranno di preciso si vedrà giovedì, quando si terrà in municipio a Pedavena (alle 18) un incontro con l'avvocato Licini per vedere come agire tutti insieme per cercare di ottenere il risarcimento danni.
Il procedimento giudiziario si apre in tribunale il 15 novembre, quando è fissata la prima udienza. Gli episodi contestati sono sessantadue e sessantasette le parti offese. Qualcuno si è già costituito parte civile e altri potrebbero farlo il giorno stesso dell'inizio del processo, nel frattempo però si terrà la riunione a Pedavena aperta alle persone interessate a istituire la class action. Tra queste c'è il sindaco Teresa De Bortoli, che da parte sua ha già dato mandato all'avvocato: «Abbiamo pensato di agire tutti assieme, facendo una causa unica invece di procedere singolarmente e moltiplicare i costi», dice. «Tanti cittadini mi hanno sollecitata in tal senso».
Ripensando ai danni alle auto strisciate tra fine inverno e inizio primavera, si parla di decine di migliaia di euro, forse sugli 80 mila. L'indagato era stato arrestato il 12 marzo, mentre stava danneggiando la carrozzeria di alcune macchine parcheggiate in via Nassa, ma già un paio di giorni prima i carabinieri l'avevano denunciato, dopo averlo colto sul fatto in via Crispi. Il giudice per le indagini preliminari Montalto aveva convalidato l'arresto, ma la misura cautelare era diventata quella degli arresti domiciliari, nella casa dei genitori in riva al lago di Garda. Non era nemmeno stata presa in considerazione l'idea di rimetterlo in libertà, per il fondato pericolo che ripetesse lo stesso reato, cosa che peraltro aveva già fatto dopo la denuncia a piede libero.
L'accusa è di danneggiamento aggravato, perché il rigatore seriale se l'è presa con le fiancate o i cofani delle vetture (preferibilmente di un colore scuro) parcheggiate in strada e quindi esposte a quella che si definisce "pubblica fede", cioè riponendo fiducia nel prossimo per coscienza civica.
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