Clio ai giovani: «Inseguite le vostre passioni»
BELLUNO. «Più che un’italiana, sono una bellunese a New York». Parole di Clio Zammatteo, pronunciate ieri nel corso del collegamento via Skype tra la “Grande Mela” e il Teatro Comunale di Belluno. Una frase che ha suscitato l’applauso del pubblico in sala. E che da sola, forse, è bastata a dare una risposta alle polemiche che, quest’anno, hanno accompagnato la decisione della conferenza dei capigruppo consiliari del Comune di Belluno di attribuire il Premio San Martino a “Clio Make Up”, il nome d’arte con cui la giovane bellunese, 33 anni, si è fatta conoscere in tutto il mondo.
«Sono una ragazza con tante valigie in mano, quella dei trucchi, quella dei vestiti. E soprattutto quella della mie passioni», ha detto Clio che, a causa di un impegno calendarizzato da tempo e non rinviabile, non ha potuto essere presente di persona alla cerimonia. «Nessuna gioia è grande se non è condivisa. E quando leggo i commenti che tante ragazze scrivono sul mio libro (“Sei bella come sei”, l’autobiografia romanzata scritta a quattro mani con un’altra bellunese, Elisa Pontin, ndr), mi rendo conto di aver fatto qualcosa di buono».
«Quando frequentavo la scuola non avevo ancora capito quale sarebbe stata la mia strada», ha aggiunto, «e mi sentivo sempre un passo indietro rispetto ai miei compagni, che avevano le idee più chiare. Io eccellevo solo nell’arte ed ero insicura. Poi mi sono resa conto che non necessariamente dovevo seguire un percorso “classico”, ma potevo rincorrere le mie passioni. E ringrazio i miei genitori e la mia famiglia per avermi supportata».
Clio Zammatteo ha voluto ringraziare tutti i presenti in sala e la sua città, dicendosi «onoratissima» del premio che le è stato assegnato. «Tanti percepiscono il mio lavoro come “superficiale”», ha detto ancora. «Io invece vorrei che i giovani si rendessero conto che è possibile seguire i propri sogni e che, grazie alle nuove tecnologie, si può arrivare a livelli incredibili, anche lontano dalla propria città natale». La giovane non ha però nascosto il suo desiderio di tornare in Italia.
«La presenza di chi è qui oggi e l’applauso all’apertura del collegamento Skype sono la migliore risposta alle polemiche e alle discussioni strumentali e incomprensibili sollevate da alcuni», ha evidenziato Francesco Rasera Berna, presidente del consiglio comunale di Belluno, che ancora una volta ha “difeso” la scelta di premiare Clio Make Up. «Una risposta anche alle assenze annunciate (l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin aveva comunicato la sua non partecipazione alla cerimonia, ndr), che dimostrano solo la scarsa consapevolezza del ruolo istituzionale rivestito». Rasera Berna ha poi evidenziato che il Premio San Martino, dopo 40 anni di storia, rischiava la «consunzione». «Anche per questo abbiamo pensato a un suo cambiamento, per dargli vitalità», ha precisato, «e non è detto che in futuro non si attivino formule ancor più innovative, in modo che i cittadini possano esprimere il proprio parere tramite le tecnologie. Intanto, il premio a Clio è un premio all’impegno e al talento. A chi, con semplicità e pulizia, ha saputo farsi strada tramite mezzi innovativi. Sono considerazioni fatte, allo stesso tempo, con umiltà e orgoglio. Pavese diceva che “Ogni scelta, anche la più azzeccata, esclude le altre”. E in questo caso è stato scelto di dare spazio a una giovane bellunese che ha diffuso un messaggio: l’importanza di essere sempre se stessi».
Sulla stessa linea anche l’intervento del sindaco Jacopo Massaro, che si è soffermato in particolare sulle difficoltà a cui si trovano di fronte i giovani d’oggi. «La storia di Clio è simbolo del riscatto di una generazione che ha la necessità di emergere da una situazione non semplice, in cui i giovani non riescono a trovare lavoro. Una situazione che è frutto di scelte sbagliate fatte in passato», ha affermato. «Troppo spesso sento molti che colpevolizzano le nuove generazioni, dicendo che non hanno valori o sono incapaci. Niente di più falso». «Dobbiamo lavorare per riannodare i fili che collegano le diverse generazioni», ha detto ancora, «i valori non possono infatti essere racchiusi in insiemi che non si toccano».
Il primo cittadino, riferendosi alle polemiche e alle assenze di amministratori in platea, ha poi ribadito l’importanza delle istituzioni e del loro valore e serietà: «Oggi non è stata scritta una bella pagina della storia di Belluno. E ricordo a chi è assente che il valore fondamentale, al di là delle differenze di opinioni, è il rispetto, delle istituzioni e delle decisioni dei cittadini. Valore che oggi, più di tutti, è il metro della modernità».
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