Clio "Make Up" Zammatteo aspetta una bambina

L'annuncio su instagram con la foto di un palloncino e la scritta "baby girl"

BELLUNO-NEW-YORK. Clio Zammatteo, ovvero ClioMakeUp, aspetta una bambina. A dare l’annuncio su Instagram con foto con tanto di cuore rosa e la scritta “baby girl” è stata la stessa youtuber bellunese trapiantata a New York : «Penso proprio che il 2017 sarà un anno magico» scrive.

di Alessia Forzin

Quando arriva per la nostra chiacchierata Clio sfoggia un bellissimo trucco sui toni del viola («ma semplicissimo oggi»), una base perfetta («perchè è la cosa più importante, la mattina non esco mai senza aver curato la pelle») e un sorriso luminoso, che nasconde quella timidezza innata che mantiene, ancora oggi.

Già, perchè a dispetto del suo successo, dei libri pubblicati, delle collaborazioni con importanti riviste e case di make up, Clio Zammatteo è una ragazza timida, che ha fatto fatica ad ambientarsi a New York, dove vive, e dove è riuscita a realizzare il suo sogno di bambina: giocare con i colori, trasformarli nello strumento della sua professione, diventare ClioMakeUp.

Clio può essere considerata a tutti gli effetti un'emigrante, una dei tanti bellunesi che ha cercato fortuna all'estero, che si è messa in gioco, con fatica e tanti sacrifici, per provare a rendere realtà una propensione innata. Ma che nel futuro vede ancora l'Italia, perchè «voglio che i miei figli crescano vicini alla mia famiglia, almeno in Europa».  

Clio, perchè hai scelto New York?  

«In realtà non l'ho scelta io, l'ha scelta mio marito Claudio. Io volevo fare un'esperienza all'estero dopo lo Ied (l'istituto europeo di design dove ha studiato dopo la maturità, ndr), per crescere e per provare a fare qualcosa di nuovo, ma pensavo a Barcellona, Londra, la Germania. Non certo agli Stati Uniti. Ma a Claudio era stato offerto un Master di due anni, ci era già stato e si era trovato bene, così alla fine dell'estate 2007 siamo partiti».

 Come sono stati i primi giorni? Ti sei ambientata subito?

«E' stata molto dura. L'America è dall'altra parte del mondo, non sapevo una parola d'inglese e non sapevo neanche cosa volevo fare, come lavoro. Il trucco mi è sempre piaciuto, e non volevo continuare nel campo della produzione video, ma non avevo ancora le idee chiare. Sono anche tornata a casa, l'estate successiva, in Germania».

 Qual è stata la prima impressione che hai avuto della città?

 «Impressionante. La prima volta che sono stata a Time Square ho visto solo una grande confusione, di luci, persone, auto. Anche se ho vissuto a Milano, non si può neanche paragonare a New York, che all'inizio quasi ti respinge come città. Non riuscivo a stare dietro ai ritmi della gente, non mi abituavo al fatto che dovessi sempre prendere un mezzo per spostarmi, per andare ovunque. E poi io amo la natura, e a New York non la riuscivo a trovare».

Ti sei spaventata trovandoti catapultata in una realtà così grande?

 «Un po' sì. Per quattro mesi, mentre frequentavo il corso d'inglese, ho sempre fatto lo stesso percorso: casa - scuola, scuola - casa. Non mi spostavo oltre. Mi sentivo sola. Lo ero anche alla scuola, perchè c'erano moltissimi asiatici, che facevano gruppo tra loro. Io ero l'unica europea».  

Quando hai iniziato ad amare New York?  

«Quando ho cominciato a viverla. Aver frequentato il corso d'inglese mi ha aiutata, perchè ho superato la barriera linguistica, ma sono una persona timida, non è stato facile. Poi ho iniziato a conoscerla, e ad apprezzarne le cose che prima non vedevo. Come prendersi un cappuccino da Starbucks e berlo camminando per strada, o al parco».  

Hai detto di essere timida, ma non lo sembri, osservandoti mentre insegni alle ragazze come ci si trucca.

 «In realtà sono timidissima. Il primo anno a New York avevo la fobia di non riuscire a esprimermi, di non essere capita quando parlavo. Poi ho dovuto buttarmi, ero lì e ho dovuto superare alcune delle mie paure».

Può averti aiutato anche la scuola di make up?

 «Quella è stata la svolta per me. Quella scuola mi piaceva, e non mi interessava non conoscere nessuno. Ho capito che volevo cercare di impressionare i miei insegnanti, far vedere loro cosa sapevo fare, e mi sono buttata».  

E' stato allora che hai iniziato a fare i video su youtube?

«Sì, per esercitarmi. E' stato Claudio a suggerirmelo».

 Anche se ormai sei ben inserita a New York, pensi ancora all'Italia?

 «L'Italia c'è sempre, e mi manca, soprattutto nei momenti di crisi. Se ho qualche problema e sono qui a Belluno posso andare da un'amica, una di quelle con cui sono cresciuta, sentire il suo affetto e stare bene. A New York non posso farlo, ho degli amici ma non è la stessa cosa. Mi manca la famiglia».  

Eppure te la sei costruita una famiglia tutta tua, con un marito, i tuoi gatti, il tuo sogno che si è avverato.

 «Ma noi siamo in due, siamo un piccolo mondo. Quando sto a lungo a New York mi manca sapere cosa fanno i miei amici di qui, la mia famiglia. Certo è che quando avrò dei figli tornerò almeno in Europa, perchè ho bisogno di avere accanto i miei cari. E ne avrà anche il bambino, è giusto che cresca vicino ai nonni».  

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