Cnsas Belluno, 60 anni vicino alla gente / FOTO / VIDEO
BELLUNO. Grazie Soccorso alpino. «Grazie per l’attività che svolgete ogni giorno, grazie per la tempestività e l’efficienza del vostro servizio: siete diventati una parte integrante della collettività».
Sono state le parole del sindaco Jacopo Massaro ad aprire ieri mattina l’esercitazione svoltasi al parco di Lambioi dagli uomini della stazione Cnsas di Belluno nell’ambito delle celebrazioni per il 60esimo anniversario della fondazione. «Come pochi riuscite ad unire l’entusiasmo del volontariato alla professionalità e proprio per l’importante ruolo che il Soccorso alpino svolge quotidianamente nella e per la società», ha concluso il primo cittadino del capoluogo, «mi associo a quelli che vedono come una necessità una più forte istituzionalizzazione del sistema Cnsas, con leggi e fondi adeguati. Questo perchè è semplicemente giusto sostenere il Cnsas».
Un attestato di stima e riconoscenza che ha preceduto la simulazione di un doppio recupero del pilota di un parapendio intrappolato tra gli alberi, a una decina di metri d’altezza. Uno spettacolo breve, ma spettacolare ed esemplificativo delle doti e delle capacità richieste per entrare nel Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico e per salvare le persone.
Un centinaio i curiosi che si sono dati appuntamento sulle sponde del Piave e, tra loro, anche molti bambini. «È un piacere vedere tante famiglie e tanti piccoli sostenitori qui a festeggiare con noi», ha ricordato Matteo Fontana, capostazione del Soccorso alpino di Belluno, «perchè è importante capire cosa significhi la sicurezza, non solo quella in montagna, il prima possibile. Se poi, crescendo, vorranno unirsi a noi ben vengano: qui siamo tutti volontari e c’è sempre bisogno di una mano in più».
Sul perchè sia stato scelto l’incidente in parapendio, invece, Fontana ha ricordato come «sono incidenti statisticamente in crescita, una ventina solo quest’anno».
Stazione Cnsas di Belluno che radica le sue origini nel lontano 1954, «quando è stata tra la ventina di sedi aperte in Italia», ha ricordato Fabio “Rufus” Bristot, delegato della Seconda sezione Dolomiti Bellunesi. Mi piace ricordare anche i primi presidenti di questa stazione, a cominciare da Francesco Zanetti, il primo in assoluto, passando per Bepi Caldart e Gianni Gianeselli. Veri pioneri di una realtà che nell’ultimo bilancio, quello dal 2011 a oggi, ha effettuato 126 interventi, soccorrendo 133 persone e coinvolgendo 403 operatori, per un totale di circa 2500 ore di attività operativa. Una realtà basilare in un contesto che complessivamente, in ambito provinciale (dove la Seconda zona Dolomiti Bellunesi può contare su 474 operatori distribuiti tra le 18 stazioni bellunesi e le due di competenza nel Trevigiano, ndr), ha garantito solo nell’ultimo anno 720 interventi, con quasi 800 persone soccorse. Senza dimenticare l’aiuto portato alla popolazione durante l’ultima emergenza-neve, con 115 nostri volontari impegnati».
Non ha voluto perdersi il compleanno della “sua” stazione Cnsas anche Gianni Gianeselli, in ordine temporale il terzo presidente, in carica dal 1969 al 1980. «Cosa è cambiato da allora? Praticamente tutto, per fortuna. La mia è quasi preistoria. Oggi tutte le stazioni hanno la loro sede e propri mezzi, attrezzature moderne e, soprattutto, il fondamentale appoggio dell’elicottero. Siamo diventati un Corpo altamente specializzato, capace di offrire standard di soccorso e sicurezza delle persone impensabili 60 anni fa».
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